RUSSIA. CAMBIO DI ROTTA SULLE CRYPTO

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Russia e Bitcoin, ovvero: fatteli amici se non puoi batterli (oltre ad essere un bel salvagente di questi tempi).

Palazzo del governo russo (Foto: Shuttershock)

Fonte: Coindesk


La Russia cambia strada: dal ban totale alle crypto proposto dalla banca centrale russa, si passa ad un più ragionevole tentativo di regolamentare il circuito.

La banca centrale del paese aveva proposto tempo fa il divieto di scambio e mining delle crypto, suggerendo contemporaneamente di spingere per l’adozione del rublo digitale, alimentando nella popolazione la confusione tra asset digitali e criptovalute. Il governo, invece, ha optato per regolamentare il settore, introducendo una legislatura (tutta in essere) molto simile a quella dell’Unione Europea, con tanto di “spinta gentile” verso gli exchange più riottosi verso una nazionalizzazione parziale attraverso almeno l’adozione di un ufficio sul territorio russo.

Insomma, come sta accadendo un po’ ovunque, se non si riesce a battere il Bitcoin, tanto vale farselo amico. Stessa dinamica dell’India che, da qualche mese, è passata dalla minaccia di ban al tentativo di regolamentazione.

Molto probabilmente questo sarà lo schema globale futuro di più o meno tutti i paesi nel tentativo di maneggiare le crypto in un contesto ove oramai è impossibile fare finta di niente. Solo Bitcoin ha una market cap che supera gli ottocento miliardi di dollari. Pertanto, è impensabile pensare di nascondere sotto il tappeto un volume di scambi così elevato. Qualcuno ancora ci prova, qualcun altro, invece, tenta la fortuna con un endorsement nazionale tipo il San Salvador.

Tornando alla Russia, l’articolo linkato spiega nel dettaglio il contenuto del documento che ha avuto l’approvazione di praticamente tutti gli organi che contano nel paese (governo, banca e istituti anti riciclaggio). Praticamente, la Russia inizierà a trattare le crypto come se fossero valute straniere, tassando i proventi in entrata secondo lo schema classico di molti paesi (tra cui l’Italia).

Nell’articolo si accenna alla fine ad un passaggio che passa quasi in sordina, ma che, invece, è molto rilevante: l’inversione a 180 gradi operata dal governo arriva in perfetta sincronia con la discussione internazionale sulle sanzioni e sulla minaccia statunitense di bannare la Russia dal circuito SWIFT. La Russia, posizionata secondo Bloomberg al dodicesimo posto nel ranking degli holder di Bitcoin, troverebbe nel Bitcoin un’ottima alternativa per aggirare sanzioni e blocchi di capitali, sfruttando la capacità della crypto valuta di muoversi agevolmente nel mercato internazionale.

Una scelta che non passa inosservata e che viene, infatti, ripresa da vari osservatori statunitensi che si dicono preoccupati per questa soluzione potenziale. Purtroppo per loro, la natura stessa delle crypto poco si presta ad essere ingabbiata in schemi a cui siamo stati abituati nel ventesimo secolo. Non resta loro che accettare la situazione e provare a estrarne il massimo profitto possibile come ha deciso di fare la Russia.

Le valutazioni di Bloomberg sulla Russia:
https://www.bloomberg.com/news/articles/2022-02-01/russia-values-local-crypto-market-at-200-billion-as-rules-nearhttps://www.bloomberg.com/news/articles/2022-02-01/russia-values-local-crypto-market-at-200-billion-as-rules-near

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