Passiamo ad analizzare il green pass alla luce dei principi della logica aristotelica. Mario Draghi il 22 luglio 2021, nel presentare il decreto che ha istituito le restrizioni legate a questo certificato (che era originariamente previsto, è bene ricordarlo, per garantire la libera circolazione all’interno dell’Unione Europea nel contesto della pandemia), le ha definite “una misura con cui gli italiani possono continuare ad esercitare le proprie attività, a divertirsi e andare al ristorante, a partecipare a spettacoli all’aperto o al chiuso con la garanzia, però, di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose”. La ratio del provvedimento è quindi di ridurre i contagi.
Per il principio di non contraddizione, o il green pass serve a ridurre i contagi o non serve a questo scopo; per il principio del terzo escluso, non c’è un’altra possibilità da considerare. E se non serve a questo scopo, il provvedimento deve essere abolito, perché la legge non può essere arbitraria, ma deve discendere dalle sue stesse premesse.
Ora, “ridurre” vuol dire diminuire, rendere meno numeroso, ridurre la cardinalità di un insieme. Dagli open data sul Covid del Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri (scaricabili qui), abbiamo queste informazioni: il 23 luglio 2021, data di promulgazione del decreto istitutivo del green pass “sanitario”, risultavano in Italia 306 “nuovi positivi” per un totale di 12.404 casi di positività, mentre il 5 gennaio 2022, data del Consiglio dei Ministri in cui sono state approvate le ultime misure, i nuovi positivi accertati erano 189.109 (oltre seicento volte di più), per un totale di 1.421.117 casi (superiori oltre cento volte). Se vogliamo escludere gli effetti della stagionalità, anche il confronto dei dati con l’anno precedente, a campagna vaccinale appena iniziata, sono impietosi: il 5 gennaio 2021 c’erano 15.378 nuovi positivi, per un totale di 569.161 casi. Si tratta di una differenza colossale nella direzione opposta a quella della riduzione dei contagi.
Constato con infinita tristezza che da parte del mondo universitario non siano arrivate indicazioni in difesa dei diritti dei cittadini, contro la discriminazione che ‘passo dopo passo’ veniva inflitta è ancora più grave in difesa della costituzione…eppure siete retribuiti..per manifestare il Sapere