FISCHIO FINALE IN VISTA
Omicron potrebbe rappresentare l’ultimo atto della stagione pandemica del SARS-CoV-2. Tre scenari possibili. Del prof. Paolo Puccetti, ordinario di farmacologia presso l’Università di Perugia.
dalla pagina Facebook del prof. Puccetti
La partita si sta chiudendo e i giocatori lasceranno il campo alla fine di questa stagione di campionato.
I praticoni della scienza torneranno ai loro Bignami (esiste ancora il Bignami o è solo un retaggio vetusto di quando ero studente liceale?). Il vincitore del campionato? La biologia evoluzionistica di Darwin. I migliori in campo? La selezione naturale, l’evoluzione convergente e gli antigeni di repertorio pubblico dei Coronavirus. Peggiori in campo? I freestyler dell’immunologia e della farmacologia. La migliore tattica di gioco? Il contagio controllato da variante naturalmente attenuata, a favore della ‘fitness’ sia dell’ospite sia del virus. Non più separati e litigiosi in casa, ma insieme con gli alti e bassi di tutte le convivenze. Gli scenari possibili?
- Omicron si ripresenterà annualmente, come fa il virus influenzale e certo mieterà vittime, al pari dell’influenza che causa ogni anno quasi 10.000 morti in Italia nella popolazione suscettibile e fragile. L’ipotesi più probabile.
- Ceppi subvarianti di Omicron potranno occasionalmente emergere e causare epidemie di maggiore gravità. Improbabile.
- Il virus scomparirà dalla popolazione umana. Molto improbabile.
Un eventuale vaccino, di qualsiasi natura, non potrà avere un’efficacia superiore al 60-70%, cioè diminuire, poco più che dimezzare, il rischio di malattia. I bambini non verranno vaccinati perché non ne trarrebbero (salvo casi speciali) alcun beneficio.
A Omicron, o comunque verrà ribattezzata, dobbiamo molto.