TRASPORTI: IL CASO SARDEGNA

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Domande e risposte sui problemi della Sardegna nel settore dei trasporti: un interessante caso di mancato sviluppo dovuto, in buona parte, ai vincoli dell’ormai noto “sogno” europeo.


D. Quali sono i problemi della Sardegna rispetto ai trasporti?
R. In virtù della dimensione (seconda isola del Mediterraneo), dell’orografia, della distribuzione della popolazione e dello scarso livello infrastrutturale dei trasporti interni, che pone la Sardegna agli ultimi posti tra le regioni europee per dotazione di infrastrutture stradali e ferroviarie, l’organizzazione dei trasporti dell’Isola con il Continente è difficilmente confrontabile con le altre realtà isolane del Mediterraneo. L’organizzazione dei trasporti marittimi e aerei è per tale ragione unica e complessa. Preliminarmente occorre sottolineare la natura dei costi di traporto tra l’Isola ed il continente, da un punto di vista pubblico dovrebbero essere considerati costi di investimento e non di costi di esercizio, alla stregua di un ponte o di un tunnel. Tale impostazione non corrisponde tuttavia a quella adottata nel bilancio statale, redatto secondo le regole unioniste, che considera la spesa pubblica sostenuta per la continuità territoriale come costo di esercizio.

Sinteticamente le caratteristiche della domanda e dell’offerta dei trasporti della Sardegna riguardano:
In generale: insufficienza di frequenze, instabilità delle tariffe, livello delle tariffe, stagionalità della domanda in ragione del turismo estivo.
Settore marittimo: scelte del perimetro dei servizi minimi garantiti non rispondenti alle analisi dei fabbisogni, influenze del comparto armatoriale, la governance è statale ma occorrerebbe un maggior coinvolgimento a livello regionale, le risorse messe a disposizione dallo Stato per la copertura degli oneri di servizio pubblico sono scarse in ragione del sottodimensionamento del perimetro dei servizi funzionale a logiche di austerity che hanno comportato tagli consistenti a partire dal 2021. Per fare un confronto rispetto alla Corsica, mentre la Corsica beneficia di risorse statali, adeguate ai costi dell’inflazione, pari a circa 160 milioni/anno (la Corsica ha un terzo degli abitanti della Sardegna), la Sardegna beneficia di soli 36 milioni/anno, risorse ridotte di oltre la metà rispetto al 2020. Di fatto mentre nel resto d’Italia si investe per la velocità, per la Sardegna si disinveste determinando un rallentamento della velocità accompagnato dalla rarefazione dei servizi.
Settore aereo: i vincoli imposti dalla normativa europea, presidiati dagli uffici della Commissione Europea come in un fortilizio che non ha pari quanto a risorse impiegate rispetto a tutti gli altri uffici di Bruxelles, spingono il mercato verso la speculazione anziché verso l’organizzazione di servizi di trasporto ottimali per gli utenti, occorrerebbe invertire l’approccio e considerare le esigenze degli utenti in primo luogo, specie se si tratta di residenti che viaggiano per motivi di studio, lavoro e salute. Il mercato speculativo se porta dei benefici ai turisti low cost, che si avvantaggiano dei prezzi bassi dei biglietti emessi con prezzi civetta acquistati in anticipo e senza particolari vincoli, porta dei grandi svantaggi ai residenti ed ai viaggiatori per necessità che, per gli stessi voli, sono costretti a coprire con il proprio biglietto il sottocosto garantito ai viaggiatori “low cost”.
La certezza dei voli, le tariffe abbordabili rispetto al reddito delle famiglie sarde, la stabilità delle tariffe e dei collegamenti sono le condizioni necessarie per garantire la parità di trattamento tra i cittadini della Repubblica così come stabilito agli articoli 3 e 16 della Costituzione Italiana. Le norme europee di fatto sottomettono i principi costituzionali in quanto consentono la prevaricazione delle regole del “mercato” difese da un fortilizio inespugnabile, quali appaiono gli uffici della Commissione europea, dando un vantaggio ai fornitori del servizio aereo senza alcun limite sostanziale posto a presidio dei diritti dei cittadini.


D. Qual è la situazione attuale nel vostro territorio in relazione ai trasporti? Potete fornire alcuni dati? Quali sono le maggiori sfide?
R. Per superare i problemi evidenziati al punto precedente è necessario apportare modifiche alle norme europee che impongono i vincoli di bilancio che provocano i tagli agli stanziamenti necessari a garantire gli oneri di servizio pubblico adeguati al perimetro dei servizi minimi dei trasporti nonché modifiche alle norme europee che riguardano il trasporto aereo onde invertire l’approccio dando priorità agli utenti-consumatori
piuttosto che ai fornitori dei servizi di trasporto che spingono verso le speculazioni. La liberalizzazione del mercato aereo e le privatizzazioni hanno penalizzato i cittadini delle isole rispetto a quelli del continente causando divergenza ed allargando la forbice degli squilibri. Tali squilibri persistono e nulla si fa per invertire la rotta perché i correttivi incidono sull’essenza dei Trattati.

D. Quali sono le possibili soluzioni ai problemi causati dai trasporti?
R. Modificare le norme europee sul mercato inserite nei Trattati, ma tali modifiche richiedono l’unanimità. Potrebbe mai un cittadino residente ad Amsterdam che ha tutto il vantaggio a mantenere lo status quo venire incontro ad un cittadino sardo o siciliano? Penso di no. L’ipotesi di modificare le norme è utopistica.

D. Potete condividere buone pratiche di governance che sono servite a invertire i problemi associati ai trasporti?

R. Le buone pratiche risalgono tutte al periodo pre-liberalizzazioni e pre-privatizzazioni (i due concetti sono diversi). Si cita in particolare il caso Tirrenia quando era in mano pubblica che offriva un servizio per i cittadini nettamente superiore rispetto a quello post liberalizzazioni e che si sostanzia in: maggior numero di collegamenti, prezzi più bassi e sostenibili dalle famiglie, linee marittime, che ora sono soppresse, garantivano il collegamento dall’area più popolosa della Sardegna (centro sud) verso il centro nord Italia.

D. Qual è la situazione nel vostro territorio? Qual è il campo di gioco? Il partito/i di governo vuole risolvere questo problema? La società civile è attiva? Ci sono organizzazioni o lobby che lavorano su questo?
R. Il campo di gioco è senza dubbio il Parlamento Italiano a cui compete il potere di indirizzo e di controllo sulle politiche nazionali di bilancio ed estera, quest’ultima fondamentale per le scelte sul trasporto aereo, tale potere appare piuttosto sottomesso alle scelte di governo, fiacco e con scarse iniziative. Per quanto riguarda i trasporti marittimi il centro decisionale è a Roma ma, in considerazione dei vincoli imposti dal patto di stabilità, il vero potere è esercitato a Bruxelles, poco margine decisionale residua per il territorio, nel nostro caso rappresentato dalla Regione Autonoma della Sardegna. Prevalgono infatti logiche di tipo meramente finanziario in ragione dei suesposti vincoli di bilancio per cui tendono a prevalere le istanze delle regioni più forti e meglio rappresentate rispetto alle regioni del Sud e della Sardegna in particolare. Per quanto riguarda il trasporto aereo la Regione Sardegna ha proposto diverse soluzioni che sono state puntualmente bocciate da Bruxelles in ragione dell’approccio che tutela il mercato speculativo piuttosto che il cittadino. Le lobby dei cittadini esistono ma sono deboli e ininfluenti rispetto a quelle degli armatori e dei vettori aerei, si può affermare che i cittadini sardi non abbiano voce, anche in ragione del fatto che si tratta di una regione povera e scarsamente popolata la quale esprime pochi parlamentari al Parlamento Italiano e nessuno al Parlamento europeo, Parlamento europeo che, comunque, rispetto alle istituzioni europee del Consiglio e della Commissione, ha un’influenza non risolutiva.

D. Condividi la legislazione più rilevante relativamente ai trasporti nel tuo territorio
R. La legislazione locale sui trasporti esiste ma è subordinata alle regole europee, pertanto non vi sono margini per poter superare gli ostacoli principali espressi ai punti precedenti se non al livello europeo. Una legislazione locale che si esprimesse per risolvere i problemi dei trasporti, come sopra enunciati, sarebbe in contrasto col quadro comunitario. Il quadro normativo attuale di stampo unionista ha senza dubbio peggiorato la condizione dei trasporti in Sardegna e le condizioni delle famiglie e delle imprese.

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