DI ORO E ALTRE COSE

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Il recente aumento della quotazione dell’oro sembra più legato all’andamento dell’inflazione piuttosto che a un suo ipotetico uso per il “pegging” della futura (e anch’essa ipotetica) valuta dei BRICS. Senza dimenticare che è stata la stessa abbondanza di moneta messa in circolazione dalle banche centrali nell’ultimo decennio a spingere gli acquisti di metallo giallo.

Quanto segue rappresenta l’opinione dell’autore e non è assolutamente ascrivibile al sito Giubbe Rosse.


È abbastanza comune e ricorrente, nei periodi di crisi economica più o meno lunghi, tornare a parlare di oro ed argento come beni rifugio.

Storicamente, l’oro è usato da secoli come rifugio e mezzo di scambio di beni e servizi e si è sempre rivelato un buono scudo per il potere d’acquisto, a patto però di saper aspettare tempi abbastanza lunghi. Se ci si soffermasse ad osservarne il prezzo, almeno a partire dalla Brexit, se ne noterebbe l’ascesa e qualche correzione, inevitabile come sempre, e verrebbe più che naturale pensare che si tratti di un ottimo investimento.

Però, si dimenticherebbe che dalla crisi del 2008 il risparmio mondiale, entrato suo malgrado nell’epoca del Whatever it takes, ossia della politica monetaria ultraespansiva, del TLTRO ecc., trovatosi in un’epoca di tassi a zero, è andato in cerca di alternative redditizie, si chiamassero queste azioni, criptovalute e appunto oro. Tutte queste alternative sono state pompate dalla moneta offerta a tassi zero.

Se il mio risparmio è remunerato a tassi negativi e, magari, sono un gestore, devo per forza trovare alternative e l’oro, sia fisico o di carta, è una di queste, come peraltro l’argento (che ha il vantaggio di costare di meno, anche se è più volatile).

L’oro poi ha il fascino della storia. È il mezzo di conservazione della ricchezza più antico e per chi ha una prospettiva da posizione buy and hold o, magari, conservatrice può rappresentare una buona sistemazione, ancorché parziale, di quanto dato in gestione.

Ma c’è un però grosso come una casa e lo stiamo vivendo dall’inizio dell’anno: in presenza di una forte e improvvisa inflazione l’oro “lagga” o, se preferite, “ritarda” rispetto ad altri strumenti nella sua funzione di protezione antinflattiva e probabilmente vi stupirebbe sapere che, grosso modo da gennaio 2023, il rendimento annualizzato è pari a quello dei modesti e nostrani BTP Italia.

Ancora, a supporto della tesi “filoaurifera” si sottolinea come gli acquisti di oro da parte delle banche centrali di paesi come Russia, Cina e India siano costanti e crescenti negli ultimi anni, ma va anche detto che la funzione di questi istituti è la conservazione e la stabilità, non certo la speculazione di breve termine, per cui è più lecito attendersi una loro funzione calmieratrice del prezzo, più che uno stimolo alla esplosione dei prezzi.

La speculazione, come nel caso del rialzo improvviso a seguito della brexit, è appunto tale, priva come è di qualsiasi aggancio a fondamentali economici (e infatti, il prezzo dell’oro, a quel tempo, dopo la fiammata ripiegò velocemente).

Altro punto a favore dell’oro. da parte di qualcuno sarebbe il fatto che sul metallo giallo, con funzione di copertura e garanzia, si dovrebbe basare la futura moneta “BRICS”, o “BRICS allargata”, ma anche in questo caso non si capisce perché dovrebbe portare a un aumento del prezzo dell’oro.

Se la valuta è ancorata al metallo, e ne rappresenta l’equivalente secondo un rapporto che è ancora da definire (e se mai così fosse), è difficile che le stesse banche centrali che hanno fatto acquisti massicci di oro ne tollererebbero una eccessiva volatilità.

Detta pane e formaggio.
Se il nostro “Brics-coin” vale tanto oro secondo un rapporto fisso, si muoverebbe in sincrono con l’oro secondo un rapporto fisso e sarebbe, o dovrebbe essere equivalente detenere oro o “Brics-coin”.

Non oso nemmeno pensare poi al casino che verrebbe fuori se i fautori di questa moneta decidessero di imperio di cambiarne il rapporto in un qualsiasi momento successivo, con una “tonsura digitale” che finirebbe per essere una vera e propria tonnara per i detentori di questa moneta.

Ma qua, come per l’ipotesi soprastante, stiamo facendo fantafinanza.

È logico, quindi, pensare che andremo verso una stabilizzazione del prezzo dell’oro senza strappi, ma in linea con quella che potrà essere l’inflazione media di periodo, anche perché questa è stata la funzione dell’oro da secoli.

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