DONZELLI: “L’OMS NEGA, MA IL RISCHIO DI CESSIONE DI SOVRANITÀ È NELLA BOZZA”

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Che che ne dica Ghebreyesus, se si giungesse a varare l’accordo internazionale, all’entrata in vigore esso diventerebbe vincolante per gli Stati membri che lo abbiano ratificato. Per non dire che in parallelo si sta elaborando anche una nuova edizione dei Regolamenti di sanità internazionale del 2005 (Rsi 2005), anch’esso vincolante per gli stati membri. Infine, le nuove “raccomandazioni” non attengono solo alla sfera della sanità, ma anche a quella dell’informazione, includendo la solita “lotta alla disinformazione” con diritto alla censura.

Fonte: Alberto Donzelli, La Verità, 4 aprile 2023


Quotidiano Sanità (Qs) ha riportato dichiarazioni del direttore generale dell’Oms, che si è scagliato contro la «disinformazione sui social media e nei media mainstream» in merito a un presunto nuovo Accordo globale sulle pandemie che prevederebbe «cessioni di sovranità» degli Stati membri all’Oms. Secondo Ghebreyesus, si tratterebbe di «fake news», perché «nessun paese cederà alcuna sovranità all’Oms».

In realtà anche Qs conferma che a quell’accordo «si sta lavorando» ed è «in fase di negoziazione» nel cosiddetto Consiglio intergovernativo di negoziazione (Inb). La Commissione medico-scientifica indipendente (Cmsi) ha dunque inviato il testo che segue con le necessarie precisazioni a Quotidiano Sanità, che tuttavia non l’ha finora pubblicato. È vero che per ora non è stata approvata una bozza di Accordo globale, ma una bozza c’è, per cui pare del tutto lecito esaminarla, come abbiamo iniziato a fare, fedeli al principio di verificare le informazioni e di basarci su prove.

Riteniamo importante aprire una discussione, evidenziando aspetti preoccupanti. Infatti, se si giungesse a varare l’accordo internazionale, all’entrata in vigore esso diventerebbe vincolante per gli Stati membri che lo abbiano ratificato. Tuttavia il direttore generale (dg) Oms, nella conferenza stampa del 23 marzo, non ha detto che in parallelo all’accordo pandemico si sta elaborando una nuova edizione dei Regolamenti di sanità internazionale del 2005 (Rsi 2005). Anche questo è uno strumento vincolante per gli Stati membri, le cui modifiche si potranno approvare a maggioranza semplice dei Paesi membri, nel maggio 2024, dalla settantasettesima Assemblea mondiale della sanità, in base all’attuale tabella di marcia. A quel punto, i nuovi Rsi entreranno in vigore entro 12 mesi per tutti gli Stati, a meno che uno Stato non presenti un rifiuto o riserve entro dieci mesi.

È piuttosto ambigua la relazione tra i due strumenti, che presentano sovrapposizioni sostanziali in quasi tutte le aree. Né ci risulta chiaro perché l’Oms e gli Stati membri stiano impiegando risorse per negoziare in parallelo due strumenti internazionali con portata e contenuti sovrapposti. Oggi all’esame di uno specifico gruppo di lavoro (Wgihr) vi sono gli emendamenti proposti da 16 Stati membri dell’Oms, che con poca trasparenza non sono attribuiti allo Stato proponente: alcuni destano davvero le preoccupazioni di «cessione di sovranità » riportate, non sempre in modo preciso, da vari media e reti sociali. Indichiamo alcuni di quelli che ci hanno colpito, che chiunque potrà direttamente verificare.

Art. 1 — L’emendamento cancella due volte i termini «non vincolanti», oggi riferiti alle raccomandazioni Oms, sia «temporanee» che «permanenti », che diventerebbero dunque obbligatorie. A puro titolo di esempio del possibile assoggettamento degli Stati alle «raccomandazioni» Oms, si cita la proposta di un nuovo articolo (13 A) per cui gli Stati «si impegnano a seguire le raccomandazioni (vincolanti , ndr) dell’Oms nella loro risposta sanitaria» alle emergenze, definite come situazioni che il dg Oms ritiene abbiano il potenziale di causare problemi sanitari oltre i confini. Così come l’obbligo che gli Stati assumerebbero, di aumentare — a richiesta dell’Oms — la produzione di prodotti sanitari (inclusi «farmaci, vaccini, dispositivi medici, diagnostici, prodotti di assistenza, terapie basate su cellule e geni e altre tecnologie sanitarie») e di «assicurare che i fabbricanti sul loro territorio forniscano le richieste quantità di prodotti all’Oms e ad altri Stati secondo le istruzioni dell’Oms».

Art. 2. Scopo e proposito dei Rsi. «…prevenire, proteggere, preparare […] una risposta di sanità pubblica alla diffusione internazionale delle malattie […]ristretta ai rischi di salute pubblica» sarebbe sostituito con «a tutti i rischi con potenziale impatto sulla salute pubblica». Ciò introduce termini estremamente ampi, che consentono al dg Oms e al suo staff delegato di formulare raccomandazioni vincolanti su moltissimi aspetti della vita delle società, dato che la salute secondo l’Oms si riferisce al «completo benessere fisico, mentale e sociale».

Art. 3. Principi. Preoccupano emendamenti che cancellerebbero tra i principi dei Rsi «la dignità, i diritti umani e le fondamentali libertà delle persone», coerenti con la Dichiarazione Universale dei Diritti umani (Udhr), sottoscritta da tutti i Paesi delle Nazioni unite, sostituendoli con generici principi di «equità, inclusività, coerenza» non meglio definiti.

Art. 13A. L’Oms guida la risposta internazionale di salute pubblica. In sostanza, chiede agli Stati di seguire le raccomandazioni Oms in emergenze di sanità pubblica di preoccupazione internazionale (Pheic), dichiarate da un dg aperto ad ampie influenze anche di un numero ristretto di Stati e di finanziatori privati. I criteri per una Pheic sono vaghi e a discrezione del dg. Ci pare un rovesciamento dei ruoli tra Oms e Stati, con abrogazione di sovranità riguardo, per esempio, a farmaci, vaccini, test e alle politiche relative.

Art. 18. Raccomandazioni riguardo alle persone. Esisteva già. Ora però il nuovo articolo 13 A chiede agli Stati di «impegnarsi a seguire le raccomandazioni Oms nella loro risposta internazionale in materia di salute pubblica». L’Oms potrà quindi ora, in base alla sola determinazione di un dg sotto possibili sproporzionate influenze di pochi Stati e di entità private, chiedere agli Stati di iniettare farmaci ai propri cittadini, limitarne la privacy, la mobilità e sottoporli a restrizioni.

Art. 43: Misure sanitarie aggiuntive. «…dovrebbero raggiungere il livello appropriato e maggiore possibile di protezione della salute». Ciò può elevare il problema di una malattia infettiva o di una potenziale malattia sopra a ogni altra preoccupazione sanitaria e umana/ sociale (si pensi al fatto di aver sottovalutato i potenziali problemi economici, educativi e sanitari dei lockdown.).

Art. 44. Punta ad accrescere il controllo sull’informazione. L’Oms e gli Stati si impegnerebbero a collaborare per «contrastare la disseminazione di informazione falsa e inaffidabile su eventi di salute pubblica nei media, nelle reti sociali e con altre modalità», attribuendosi il diritto di censura, già esercitato nel corso della pandemia anche con accordi dell’Oms con le maggiori piattaforme e reti sociali. Un preoccupante impegno degli Stati al controllo dell’informazione si prevede anche all’art. 17 della «bozza zero» dell’accordo pandemico. Non abbiamo strumenti per verificare se e quali forze stiano spingendo nella direzione indicata, ma crediamo che gli emendamenti proposti ai Rsi contengano tanti elementi di allarme, e che sia urgentemente necessaria la massima trasparenza delle negoziazioni in atto presso l’Oms e l’apertura di un ampio dibattito pubblico.

Per la CMSi:

Eduardo Missoni, Marco Cosentino, Vanni Frajese, Patrizia Gentilini, Panagis Polykretis, Sandro Sanvenero, Eugenio Serravalle


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