THE TWITTER FILES VI: “Twitter, la sussidiaria dell’FBI”

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Quella che segue è la traduzione integrale della sesta parte dei TwitterFiles ad opera di Matt Taibbi. In questo nuovo capitolo si fa luce specificamente sugli strettissimi rapporti che Twitter intratteneva con l’FBI e il Dipartimento di Sicurezza Interna degli Stati Uniti (DHS). Un rapporto così stretto da dare l’impressione a volte di un’unica “grande famiglia felice”, come scrive Taibbi. I dirigenti di Twitter non solo si incontravano regolarmente con membri dell’FBI e del DHS, ma ricevevano periodicamente da queste agenzie segnalazioni di account da controllare e sospendere. Un controllo così capillare da colpire non solo account che mettevano in dubbio la regolarità delle elezioni presidenziali del 2020, ma anche account manifestamente satirici. “Anziché dare la caccia a predatori sessuali o terroristi di bambini”, ha scritto Taibbi a margine di questo nuovo thread, “l’FBI usa i suoi agenti (e ne ha tanti) per analizzare e segnalare in massa i post sui social media. E questo, non nell’ambito di un’indagine criminale, ma come operazione di sorveglianza permanente e fine a se stessa”. Ciò che emerge con chiarezza da questa nuova serie di rivelazioni, infatti, è che a partire dal 2016, con la scusa di dover combattere le “interferenze russe”, è stata messa in piedi una gigantesca macchina di controllo e censura da parte del governo americano, che coinvolge non solo le piattaforme social come Twitter, ma anche una miriade di altre società esterne che lavorano a contratto per le agenzie governative, con il comune obiettivo di segnalare e, ove necessario, sospendere account, individui, associazioni, notizie potenzialmente scomode associandole a una minaccia terroristica. Per usare le parole di Taibbi, “ciò che la maggior parte delle persone chiama “deep state” è, in realtà, un’intricata collaborazione di agenzie statali, appaltatori privati ​​e ONG (a volte finanziate dallo stato), in cui le linee di demarcazione sono così sfocate che spesso si fatica a capire dove finisce l’una e inizia l’altra”.

Foto: CBN News (The Christian Perspective)

Thread originale: https://twitter.com/mtaibbi/status/1603857534737072128

Thread: The Twitter Files, Part Six TWITTER, THE FBI SUBSIDIARY

di Matt Taibbi, scrittore, giornalista e podcaster, ex redattore collaboratore di Rolling Stone


I TwitterFiles ci rivelano ogni giorno di più come il governo raccoglie, analizza e contrassegna i vostri contenuti sui social media. Il contatto di Twitter con l’FBI era costante e pervasivo, come se fosse una sussidiaria.

Tra gennaio 2020 e novembre 2022 sono intercorse oltre 150 e-mail tra l’FBI e l’ex capo del settore Trust & Safety di Twitter, Yoel Roth. Alcune erano per così dire d’ufficio o personali, come quella dell’agente di San Francisco Elvis Chan che augura a Roth un felice anno nuovo insieme a un promemoria per partecipare alla “nostra conference call trimestrale della prossima settimana”Altre sono richieste di informazioni su utenti di Twitter relative a indagini attive.

Ma un numero sorprendentemente alto di richieste da parte dell’FBI chiedeva a Twitter di agire sulla disinformazione elettorale, inclusi persino tweet scherzosi di account con pochi follower. La task force dell’FBI incentrata sui social media, nota come FTIF, creata all’indomani delle elezioni del 2016, è cresciuta fino a raggiungere 80 agenti e ha tenuto una regolare corrispondenza con Twitter per identificare presunte influenze straniere e manomissioni elettorali di ogni tipo.

Il raggio di azione dell’intelligence federale e delle forze dell’ordine all’interno di Twitter arrivava ad includere il DHS [Dipartimento della sicurezza interna degli Stati Uniti d’America, ndt], il quale a sua volta collaborava con appaltatori della sicurezza e think tank per fare pressione su Twitter affinché moderasse i contenuti. Non è un segreto che il governo analizzi i dati di massa per tutti i tipi di scopi, dal tracciamento di sospetti terroristi fino alle previsioni economiche.

I TwitterFiles ci rivelano, però, qualcosa di nuovo: agenzie come l’FBI e il DHS inviano regolarmente contenuti di social media a Twitter attraverso più punti di ingresso, pre-segnalati per la moderazione. Quello che spicca è l’enorme quantità di report da parte del governo. Alcuni sono aggregati da hotline pubbliche:

Una domanda senza risposta: le agenzie come l’FBI e il DHS svolgono autonomamente il lavoro di segnalazione o lo esternalizzano? “Devi dimostrarmi che all’interno del fottuto governo puoi fare qualsiasi tipo di massiccia ricerca di dati o intelligenza artificiale”, dice un ex ufficiale dell’intelligence. “SALVE, CONTATTI TWITTER”: La pervasività che caratterizza il rapporto dell’FBI con Twitter emerge da questa e-mail del novembre 2022, in cui “l’FBI di San Francisco notifica” i suoi contatti all’interno di Twitter chiedendo un’azione nei riguardi di quattro account:

In quel caso, il personale di Twitter è andato alla ricerca di qualche motivo per sospendere tutti e quattro gli account, incluso l’account Clowns to the left of me. Jokers to the right” [ora lucchettato, pertanto i suoi tweet sono illeggibili, ndt] i cui tweet sono quasi tutti scherzosi (vedi esempio sotto), inclusa la sua “disinformazione civica” sul voto l’8 novembre:

Giusto per dimostrare che l’FBI sa essere iper-invasiva in entrambe le direzioni, chiese a Twitter di mettere sotto osservazione anche un account di simpatie esplicitamente democratiche a causa di una satira diversa, tranne per il fatto che in questo caso era ancora più ovvio che Dr. Foster, che è una che ha l’abitudine di scrivere tweet satirici, stava solo scherzando:

“Chiunque non sia in grado di distinguere la satira ovvia dalla realtà non può prendere decisioni per gli altri o lavorare per i federali”, ha detto la Dr. Foster quando è stata messa al corrente della segnalazione.

Dei sei account menzionati nelle due e-mail precedenti, tutti tranne due (Clowns to the left of me. Jokers to the rightDr. Foster) sono stati sospesi. In un’e-mail interna del 5 novembre 2022, il National Election Command Post dell’FBI, che compila e invia i reclami, ha inviato all’ufficio locale di San Francisco un lungo elenco di account che “possono giustificare un’azione aggiuntiva”:

L’agente Chan ha quindi passato l’elenco ai suoi “contatti Twitter”:

Twitter ha quindi risposto con l’elenco delle azioni intraprese. Si noti la misericordia dimostrata per l’attore Billy Baldwin:

Molti degli account di cui sopra erano di natura satirica. Quasi tutti (ad eccezione di Baldwin e della rete RSBN) avevano un coinvolgimento relativamente basso. Alcuni sono stati sospesi, la maggior parte con una lettera generica di tipo “Grazie, Twitter”:

Quando è stato informato della segnalazione dell’FBI, l’account Dr. Jimmy and Mr. Jim ha risposto: “Ecco che cosa penso di primo acchito: 1. A prima vista, sembra una violazione 1A. 2. Santo cielo, io, un account con la portata di un’ameba 3. Che cos’altro stanno guardando? 3. “Non posso credere che l’FBI vada a contrtollare pure le battute ironiche su Twitter. È pazzesco”, ha detto l’account Tiberius. In una lettera all’ex vice consigliere generale (ed ex avvocato dell’FBI) Jim Baker il 16 settembre 2022, il dirigente legale Stacia Cardille delinea i risultati del suo incontro “che presto diventerà settimanale” con DHS, DOJ, FBI e l’Ufficio del direttore dell’intelligence nazionale:

Il dirigente di Twitter scrive di aver chiesto esplicitamente se vi fossero “ostacoli alla capacità del governo di condividere informazioni riservate o altre informazioni rilevanti con il settore”. La risposta? “L’FBI è stata chiarissima sul fatto che non esistono impedimenti a tale condivisione”.

Questo passaggio sottolinea l’atmosfera unica di “grande famiglia felice” che esisteva tra Twitter e l’FBI. Con quale altra azienda l’FBI avrebbe accettato allegramente che non vi fossero “impedimenti” sulla condivisione di informazioni riservate?

In fondo alla lettera, si elenca una serie di “escalation” apparentemente sollevate durante la riunione, che erano già state “gestite”. A proposito di una di queste, Stacia Cardille scrive: “Ho segnalato uno specifico tweet sull’uso dei modem da parte dell’Illinois per trasmettere i risultati delle elezioni in possibile violazione della politica di integrità civica (tranne per il fatto che usano quella tecnologia in circostanze limitate)”.

Un’altra lettera interna datata gennaio 2021 mostra come i dirigenti di Twitter stessero trattando un elenco di tweet, elaborato dall’FBI, con “contenuti in possibile violazione”:

Anche qui, la maggior parte dei tweet conteneva lo stesso invito “Esci e vota mercoledì!”, peraltro con un coinvolgimento basso. Ecco un esempio di tweet su cui l’FBI trascorre il suo tempo:

“Questo è il futuro che ci attende, amici, se i democratici ottengono il controllo totale. Se siete in Georgia, vi consiglio di andare a votare mercoledì”

In questa e-mail di marzo 2021, un contatto dell’FBI ringrazia un dirigente senior di Twitter per aver potuto parlare “con te e con il team”, quindi consegna un pacchetto di “prodotti”:

Il dirigente di Twitter fa quindi circolare i “prodotti”, che poi altro non sono che bollettini del DHS, in cui si sottolinea la necessità di una maggiore collaborazione tra forze dell’ordine e i “partner del settore privato”.

L’ubiquità della storia dell’interferenza russa del 2016, come pretesto dichiarato per costruire la macchina della censura, non può essere sottovalutata. In modo analogo, l’11 settembre ispirò l’espansione dello stato di sicurezza.

Mentre il DHS nei suoi “prodotti” parla di social media “permissivi” che offrono “vantaggi operativi” ai russi, spiega anche che questa “minaccia estremista violenta a livello nazionale” richiede di superare alcune “lacune informative”:

In un caso, l’FBI ha inviato così tante segnalazioni su “contenuti in potenziale violazione” che il personale di Twitter si è congratulato a vicenda su Slack per la “monumentale impresa” di esaminarli:

Esistevano più punti di ingresso in Twitter per le segnalazioni del governo. Questa lettera dell’agente Chan a Roth, ad esempio, fa riferimento a Teleporter, una piattaforma attraverso la quale Twitter può ricevere segnalazioni dall’FBI:

Le segnalazioni pervenivano anche da agenzie diverse. Qui, un dipendente consiglia di “rimbalzare” i contenuti sulla base delle prove del “DHS ecc.”:

Anche i governi degli stati segnalavano contenuti. Twitter, ad esempio, ha ricevuto segnalazioni tramite il Partner Support Portal, una piattaforma creata dal Center for Internet Security, un’organizzazione che collabora con il DHS. “PERCHÉ NON È STATA INTRAPRESA NESSUNA AZIONE?” Di seguito, i dirigenti di Twitter – che ricevono un avviso dai funzionari della California, tramite il Partner Support Portal – discutono se agire su un tweet di Trump:

Qui viene segnalato un video dall’Election Integrity Project (EIP) di Stanford, apparentemente sulla base delle informazioni del Center for Internet Security (CIS):

Se ciò vi appare confuso, è perché il CIS è un’azienda che lavora a contratto per il DHS e descrive se stessa come “partner” della Cyber ​​and Internet Security Agency (CISA) del DHS:

L’EIP fa parte di una serie di think tank affiliati al governo che esaminano in massa i contenuti, un elenco che include anche il Digital Forensics Research Laboratory dell’Atlantic Council e il Center for Informed Policy dell’Università di Washington.

Conclusione: ciò che la maggior parte delle persone chiama “deep state” è, in realtà, un’intricata collaborazione di agenzie statali, appaltatori privati ​​e ONG (a volte finanziate dallo stato). Le linee di demarcazione sono così sfocate che spesso si fatica a capire dove finisce l’una e inizia l’altra.

I ricercatori di TwitterFiles stanno spostando lo sguardo su una serie di nuovi temi. Seguite Bari Weiss, Michael Shelleberger e il mio account per altre prossime novità.

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