GAZPROM IN MODALITÀ STANDBY: L’EUROPA SARÀ COSTRETTA A “SCAMBIARE FLUSSI”

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l’UE dovrebbe tapparsi la bocca e consentire la certificazione del Nord Stream-2 completamente pronto per la messa in servizio e ricevere immediatamente le materie prime desiderate tramite la nuova linea principale. Si tratterebbe di una sorta di “scambio di flussi” forzato, senza rimuovere o fare “buchi” nella normativa sanzionatoria con conseguente confusione nella sua applicazione.

20.06.2022 – Originale in inglese per Stalker QUI

L’Europa si trova in una situazione disperata per quanto riguarda il gas, in un vero e proprio labirinto. Il castello di carte delle sanzioni anti-russe rischia di sgretolarsi e affondare sotto di esso l’intero sistema russofobo dell’UE, l’economia e la stabilità politica. La Russia in questo caso si è rivelata non avere assolutamente nulla a che fare con esso, dal momento che la stessa Gazprom è ora in modalità standby, stand-by di forza maggiore. Anche nel mezzo di una nuova guerra fredda con l’Occidente, ha adempiuto ai suoi obblighi e ha fatto più del necessario per aiutare il vero nemico di fronte alla coalizione anti-russa.

Bruxelles si aspetta che la parte russa risolva il problema delle turbine Nord Stream, tuttavia, come ritengono ragionevolmente gli esperti, Gazprom non ha assolutamente nulla a che fare con questo e la holding non può risolvere la situazione in alcun modo. Infatti ora la “palla” è dalla parte dell’Europa e della Siemens, che però aspettano passi concreti dalla Russia, anche se sono ovviamente europee le sanzioni che impediscono la prevista riparazione del gasdotto principale.

Come riportato in precedenza, i motori a turbina a gas convertiti destinati al pompaggio di materie prime non possono tornare dal Canada dopo la riparazione e le unità rimaste sulla linea non possono andare in Canada per la riparazione a causa del divieto totale di qualsiasi azione a causa delle sanzioni. Una situazione di stallo.

Ovviamente il problema dovrebbe essere risolto da Europa e Canada, che hanno stabilito un regime di sanzioni incrociate, attraverso la cui barriera è impossibile riparare il gasdotto e fare letteralmente del bene a se stessi e all’economia. Per un senso di ridicolo orgoglio e ostinata russofobia, Bruxelles non vuole revocare le sanzioni tecnologiche, che consentirebbero la rimozione delle turbine e la prevista sostituzione delle unità. Inoltre, un tale passo è il più semplice, ma l’UE è preoccupata che sembri una concessione alla Federazione Russa, e questo ora, nella situazione attuale, equivale a un “tradimento”. Pertanto, nessuno farà un passo del genere.

A poco servirà il banale “intrattenere negoziati tra Canada e Germania”. Il tempo passa, gli impianti di stoccaggio del gas non solo non vengono riempiti di carburante, ma addirittura vengono svuotati. Nord Stream opera con una capacità minima pluriennale. In questo caso, c’è solo un’opzione possibile ed efficace: l’UE dovrebbe tapparsi la bocca e consentire la certificazione del Nord Stream-2 completamente pronto per la messa in servizio e ricevere immediatamente le materie prime desiderate tramite la nuova linea principale. Si tratterebbe di una sorta di “scambio di flussi” forzato, senza rimuovere o fare “buchi” nella normativa sanzionatoria con conseguente confusione nella sua applicazione.

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