SULLA REVISIONE TRA PARI (nelle pubblicazioni scientifiche)
Marco Cosentino 20 Febbraio 2022 2L’infodemia che ci ha travolti tutti nell’ultimo biennio si alimenta in gran parte di pubblicazioni scientifiche, che i vari mezzi di informazione generalisti “danno in pasto” al grande pubblico sostenendone la credibilità sulla base dell’asserita autorevolezza della rivista su cui sono pubblicate (in futuro vedremo di parlare anche di questo) e soprattutto del fatto che le pubblicazioni trattino di studi “sottoposti a revisione tra pari”, considerata una sorta di “ordalìa” in grado di attestare quasi magicamente la credibilità dello studio medesimo.
Ora, mentre da un lato è comprensibile che l’informazione generalista non abbia bene idea di cosa sia questa “revisione tra pari” e, quindi, che cosa realmente attesti, è meno accettabile che addetti ai lavori cadano nel medesimo equivoco in buona fede (quelli in mala fede possono fare e fanno quel che vogliono, non possiamo certo pretendere di raddrizzare le gambe ai cani, come si dice…).
Per chi ne volesse sapere un poco di più, dunque, qui una bella trattazione della revisione tra pari in ambito scientifico e, in particolare, qui una dettagliata trattazione dei suoi limiti e delle sue tante criticità. Purtroppo, è necessario fare riferimento alla versione inglese di Wikipedia. Ne esiste, in verità, anche una versione italiana, ma tra le “perle” che vi si trovano spicca questa: “Questo processo costringe gli autori ad adeguarsi ai migliori livelli di qualità della loro disciplina”, mentre nulla si dice dei tanti punti critici. Sulla versione italiana perciò, grazie e le faremo sapere.
Non sto riprendere a l’ampia trattazione di limiti, criticità e distorsioni della revisione tra pari nella ricerca scientifica, ma almeno un punto vorrei che fosse chiaro a tutti, che è poi uno dei più importanti:
Nella massima parte dei casi (quasi sempre) i revisori non hanno accesso ai dati grezzi né hanno alcun modo di verificare la loro veridicità. La revisione consiste in una valutazione formale del testo rispetto agli standard della specifica disciplina, che ne valuta al meglio la verosimiglianza. Niente altro.
Per dire che uno studio sottoposto a revisione tra pari e accettato per la pubblicazione sicuramente soddisfa gli standard formali di presentabilità, ma la credibilità dei dati che presenta non ha nulla a che fare con il fatto di aver superato un pricesso di revisione ed esser stato accettato su una rivista.
D’altra parte, un’agenzia regolatoria come FDA, EMA o AIFA, quando si trovano a valutare l’efficacia o la sicurezza di un nuovo medicinale, non si affidano in alcun modo alle pubblicazioni, bensì richiedono la documentazione originale di ogni esperimento di lavoratorio e, soprattutto, di ogni paziente incluso negli studi clinici e ne verificano – loro sì – la veridicità. O almeno dovrebbero, nell’interesse di tutti. Se non lo facessero, sarebbe come se l’Agenzia delle Entrate si fidasse al buio delle dichiarazioni di ognuno di noi riguardo a redditi e patrimoni.
E, come diceva Forrest Gump, non ho altro da dire su questa faccenda. A meno che qualcuno non desideri chiarimenti, ovvio.
Buongiorno,su telegram non riesco più a vedere i commenti! sarebbe possibile, perfavore, sbloccarli?
Ho provato a cliccare su admin come avete detto,ma mi dice che quell’account non esiste
https://toba60.com/ecco-i-documenti-ufficiali-i-quali-dimostrano-che-il-governo-e-al-corrente-delle-migliaia-di-morti-da-vaccino-e-dei-suoi-effetti-collaterali/
Potete caricare questa notizia perfavore?