TERAPIA D’URTO

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Come mai le emergenze non finiscono mai? Il libro “Shock Economy” di Naomi Klein, scritto nel 2007, sembra la descrizione anticipata di quanto stiamo vivendo oggi con la cosiddetta crisi pandemica, ma che presenta diverse analogie con le “crisi del debito” in Corea del Sud, Grecia, e in Italia nel 2011. Non sarà che queste crisi seguono un copione ben preciso? Un “disciplinare” i cui autori, quasi sempre gli stessi, sono poi quelli che alla fine ne traggono i maggiori vantaggi?

SHOCK ECONOMY
L’ascesa del capitalismo dei disastri.
Naomi Klein, 2007

Partendo da casi di storia documentata, l’autrice individua, analizza e spiega la principale tattica utilizzata dalle élite per indurre i popoli in uno stato di confusione tale da consentire loro di ristrutturare le società secondo i loro desiderata. Approfittando dei momenti di crisi grave, casuale o indotta, fanno promulgare leggi a loro vantaggiose, dai loro faccendieri opportunamente preparati ed inseriti per tempo nelle istituzioni proprio in previsione degli scenari catastrofici che prima o poi accadono inevitabilmente.

Infatti le élite posso permettersi di utilizzare intensivamente dei think tank creati apposta per analizzare dati, elaborare scenari e fare previsioni, anche col pesante utilizzo di strumenti informatici (Big Data, AI, motori di strategia, modelli matematici), in base alle quali vengono elaborati piani di intervento finalizzati al raggiungimento di specifici obiettivi e finalità politiche, sociali ed economiche. Avendo preparato queste strategie con largo anticipo, quando si manifesta una crisi, alle élite non resta che tirare i guinzagli dei loro numerosi uomini posti nelle varie istituzioni (politiche, statali, private, sindacali, giuridiche, giornalistiche, accademiche, scientifiche, mediche, …), uomini le cui carriere li hanno condotti in posizioni apicali proprio perché benedetti dal favore delle élite stesse.

In questo modo, le élite possono avanzare nell’implementazione di una precisa agenda politica, finalizzata ad un preciso percorso di trasformazione sociale di matrice liberale (come intesa da De Benoist in Critica del Liberalismo e da Zhok in Critica della Ragione Liberale), sia mediante azioni legislative che spingono specifiche trasformazioni merceologiche e sociali, sia mediante una intensa pressione mediatica che si avvale di avanzate tecniche di manipolazione delle masse, che consistono in veri strumenti di ingegneria sociale, formalizzati e ampiamente sperimentati e affinati in decenni. Questa tattica dimostra la sua incredibile efficacia strategica proprio nel gestire i cosiddetti Momenti Polanyi, nei quali la presa di coscienza dei Popoli e la corrispondente richiesta di giustizia sociale, rischia di minare i piani reazionari delle élite.

Una crisi, arrivata per sventura, lasciata accadere o orchestrata affinché accada o, addirittura, anche solo costruita mediaticamente ovvero realizzata mediante una combinazione di queste occorrenze, ha in ogni caso l’effetto di stordire una popolazione. Favorisce in essa l’accettazione passiva, fatalista, di uno stato d’eccezione mediante il quale le élite possono attuare i passi necessari alle trasformazioni sociali che vogliono realizzare. Quasi senza alcuna opposizione sociale a contrastarle o, in ogni caso, con opposizioni minime e disorganizzate, magari opportunamente infiltrate, pilotate ed instradate in modo preventivo verso movimenti destinati ad essere vicoli ciechi infruttuosi. Non di rado con la complicità di eventuali corpi intermedi, i cui vertici sono stati cooptati in decenni di preparazione di questa strategia.

Si possono guardare ad esempio i film The Default (Corea del Sud, 2018) e Adults In The Room (Grecia, 2019), e PIIGS (Italia, 2017), per rendersi conto di come le tattiche delle élite non solo siano sempre le stesse, ma che per la distanza di tempo e di spazio che intercorre tra gli eventi descritti in questi film, queste tattiche siano programmate e deliberatamente messe in atto metodicamente proprio per ottenere specifici obiettivi politici reazionari di smantellamento dei diritti sociali.

Nel primo film si parla della crisi del debito della Corea del Sud del 1997, appositamente scatenata da un’azione coordinata da parte di investitori esteri, i quali, in collaborazione con gli apparati governativi statunitensi, avevano preventivamente messo loro uomini all’interno di posizioni apicali delle istituzioni. Una situazione che poi, a cascata, portò all’intervento del FMI, che a sua volta impose le sue “riforme”. Nel secondo caso si parla della crisi del debito della Grecia del 2011, che si svolse esattamente nello stesso modo sebbene con attori ed enti diversi, questa volta specifici dell’Unione Europea, ma che spesso in virtù delle famose “porte girevoli”, vedono le stesse persone all’opera. Date le modalità completamente simili, questi film avrebbero potuto tranquillamente trattare della crisi del debito dell’Italia del 2011, i cui effetti sono ben descritti nel terzo film della lista, che indaga come la scelta di mantenere l’austerità si rifletta nella vita quotidiana di un Popolo distruggendone il tessuto sociale e produttivo.

In sostanza, in questa “trilogia dello shock del debito”, vediamo rappresentate le stesse identiche modalità, coordinate in quelle che sono vere e proprie azioni belliche delle élite contro i Popoli, nelle quali non vengono più usate le armi dell’esercito, ma le armi finanziarie, opportunamente orientate allo scopo in anni di affinamento.

Non lasciatevi ingannare dall’apparente assenza di violenza cruenta di simili azioni: in ogni caso, c’è sempre chi muore per i loro effetti diretti e indiretti. Si vede chiaramente nel film coreano, che mette in luce tutta la cinica crudeltà adoperata da élite capaci di decisioni così fredde e calcolatrici da essere del tutto sovrapponibili a quelle delle gerarchie naziste (le quali, non a caso, usarono la narrativa emergenziale per consolidare il loro potere), dato che non c’è alcuna differenza tra firmare una legge per tagliare i fondi alla sanità e firmare ordini di esecuzione; in entrambi i casi, CHI FIRMA sa già benissimo da subito che con quell’inchiostro versato moriranno migliaia di persone in più.

Non è affatto casuale che ogni 2-3 anni, il tempo minimo in cui almeno una parte del Popolo sottoposto a shock capisca cosa sta accadendo e cominci a riorganizzarsi, arrivi puntualmente un’altra emergenza, eventualmente di gravità crescente, per far fronte alla quale vengono richiesti enormi sacrifici per il bene collettivo. Siamo di fronte ad un vero e proprio modello governamentale utilizzato in modo metodico per gestire i Popoli. La cosa non deve tranquillizzarci, soprattutto ora che ci sono segnali che la narrazione pandemica viene ridimensionata. La domanda a questo punto è: per sostituirla con cosa?

APPROFONDIMENTI

Wiki libro: https://it.wikipedia.org/wiki/Shock_economy
Presentazione libro: https://www.youtube.com/watch?v=Gaqj_zT8Lgw
Think Tank: https://en.wikipedia.org/wiki/Think_tank
The Default: https://en.wikipedia.org/wiki/Default_(2018_film)
The Default (film completo in italiano): https://www.youtube.com/watch?v=RiJ1IgCW3SY
Adults in the room: https://it.wikipedia.org/wiki/Adults_in_the_Room
PIIGS: https://it.wikipedia.org/wiki/PIIGS_(film)
PIIGS (film completo): https://peertube.uno/w/a8643b8c-99af-4df4-a35b-7de156ef8a19
La grande trasformazione: https://giubberosse.news/2022/01/27/trasformazione-antropologica/

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[Foto in evidenza, Qualcuno volò sul nido del cuculo, 1975]

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