SAI COS’E’ IL CREATIVE ASSOCIATED INTERNATIONAL

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Inchiesta di Alan McLeod (testo originale: Creative Associates International (CAI): It’s Not Exactly the CIA, But Close Enough pubblicato su MintPress il 13 agosto 2021)

Forse non ne hai mai sentito parlare ma Creative Associates International (CAI) è una delle organizzazioni non governative più grandi e potenti che operano nel mondo. Pilastro del soft power USA, il gruppo è stato un architrave della privatizzazione del sistema educativo iracheno, ha progettato app di messaggistica destinate a rovesciare il governo di Cuba, è servito da facciata per la famigerata forza mercenaria di Blackwater (ora ribattezzata Academi) ed è in contatto con gli squadroni della morte Contras in Nicaragua. Come tale ha funzionato «sia da strumento di politica estera, sia da manifestazione di un più ampio progetto imperiale», per usare le parole del professor Kenneth Saltman dell’Università dell’Illinois (Chicago). Una persona normale, entrando nel sito web di Creative Associates – tutto addobbato d’immagini di bambini africani sorridenti, bambini asiatici a cui viene insegnato a leggere e contadini latini felici durante la raccolta nei loro campi – ne concluderà che la presentazione è quella di un’organizzazione solidale no-profit progressista instancabilmente impegnata a rafforzare le persone vulnerabili in tutto il mondo. Eppure, a un esame un po’ più approfondito iniziano immediatamente a emergere alcuni segnali d’allarme. Il primo è l’indecifrabile insalata di parole che l’organizzazione usa per descrivere ciò che effettivamente è, nella sezione Us At A Glance: «Creative Associates International fornisce eccezionali servizi di sviluppo sul campo e crea partnership per fornire soluzioni sostenibili alle sfide globali» si legge […] Continuando, il CAI si vanta di essere riconosciuto «per la capacità di adattarsi rapidamente ed eccellere in ambienti di conflitto e post-conflitto», affermazione che riecheggia in modo preoccupante quella utilizzata da eserciti mercenari privati ​​per pubblicizzare i loro servizi. […] L’azienda è stata fondata nel 1979 da M. Charito Kruvant, rampollo di una ricca famiglia boliviana di proprietari terrieri fuggita dal paese dopo la rivoluzione progressista del 1952. Oggi è diventata un gigantesco colosso a scopo di lucro che lavora in almeno 85 paesi con un personale a tempo pieno di circa mille unità (e innumerevoli altri appaltatori). E se tecnicamente è un’istituzione privata, la stragrande maggioranza dei suoi finanziamenti proviene direttamente da Washington. Secondo Tracey Eaton, una giornalista che ha studiato le attività dell’azienda a Cuba, nell’ultimo ventennio il governo ha concesso a Creative Associates 1.998.138.515 dollari in contratti. Di questi, oltre 1,8 miliardi di dollari sono stati elargiti dall’US Agency for International Development (USAID). Inoltre, il global advisory board dell’organizzazione dimostra che non si tratta esattamente di un ente di promozione delle arti progressiste, come spesso fanno pensare il nome e il marchio: dei sette membri del suo consiglio, sei sono alti funzionari statunitensi, fra cui l’assistente del segretario di Stato per l’Asia Meridionale e Centrale di Barack Obama, un generale a quattro stelle e l’ex sottosegretario di Stato per la Sicurezza Civile, Democrazia e Diritti Umani.

 

«Creative Associates è tra i principali appaltatori del governo degli Stati Uniti a cui è stato affidato il compito di aiutare a progettare le transizioni politiche. La società fa parte di quella redditizia impresa soprannominata “complesso industriale della democrazia”», ​​dice Eaton a Mintpress. E indirettamente anche l’ex capo dell’USAID Andrew Natsios (altro membro del consiglio di amministrazione del CAI) sembrava essere d’accordo con Eaton quando l’amministrazione Trump stava considerando l’idea di tagliare il budget per gli aiuti esteri. Natsios si era infatti opposto con veemenza, dicendo: «Quello che state facendo, fondamentalmente, è sventrare lo strumento più importante dell’influenza americana nel mondo in via di sviluppo, che è il nostro programma di sviluppo». E ha aggiunto: «Non credo che capiscano qual è il ruolo dell’USAID e chi sono i direttori di missione dell’USAID: sono tra gli stranieri più influenti in questi paesi», confermando apparentemente che l’obiettivo dell’organizzazione, più che aiutare gli altri, è soprattutto promuovere gli interessi di Washington attraverso il potere sociale ed economico americano.

 
 
 

Anche perdere le guerre fa guadagnare

 

L’Afghanistan è di gran lunga il paese in cui i progetti di Creative Associates hanno ottenuto i maggiori finanziamenti. In combinazione con la sua impresa in Iraq, la società ha incassato oltre mezzo miliardo di dollari di contratti governativi.

 

«Anche perdere le guerre fa guadagnare. Se vai nella zona di Washington, nei sobborghi della Virginia e del Maryland, ci trovi tutti i tipi di aziende che esistono a causa della guerra. E l’industria dello sviluppo ne è diventata molto ricca», ha detto Matthew Hoh, ex capitano dei Marines e funzionario del Dipartimento della Difesa e del Dipartimento di Stato.

«L’intera trama è stata semplicemente mozzafiato», ha aggiunto. Nel 2009, Hoh si è dimesso dal suo incarico in Afghanistan con il Dipartimento della Difesa per protestare contro l’escalation bellica degli Stati Uniti. Creative Associates si è assicurata una serie di contratti redditizi nella ricostruzione di entrambi i paesi [Afghanistan e Iraq, n.d.t.], in particolare per quanto riguarda i loro sistemi educativi, tra cui la costruzione di scuole, la stesura e la stampa di libri di testo, la formazione degli insegnanti e l’amministrazione e la gestione dei sistemi educativi. Assumere una società americana per fare questo lavoro piuttosto che dare ai governi locali il finanziamento e il potere di pianificare il proprio futuro ha una funzione molto importante secondo Saltman, il quale ha osservato che proprio questo consente agli Stati Uniti di mantenere essenzialmente il controllo completo sulla società irachena e afgana.

 

Etichettandolo come un classico esempio di «capitalismo dei disastri», Saltman descrive il rimodellamento della società irachena come «un esperimento radicale di libero mercato teso a demolire il settore pubblico e a spostare il controllo della società civile quasi completamente al settore privato» e «un tentativo di consegnare essenzialmente una nazione alle corporazioni».

 

I testi scolastici della Creative Associates in Afghanistan hanno eliminato qualsiasi menzione degli ultimi decenni di storia afghana o dei talebani. «Non puoi comprare un controllo del pensiero di questo tipo se non hai qualche centinaio di milioni», ha scritto un educatore americano.

Saltman ha anche notato che lavorare nelle zone di guerra richiedeva un alto grado di sicurezza e che aziende come CAI probabilmente stavano dando decine di milioni di dollari dei loro contratti direttamente a gruppi di mercenari privati ​​come Blackwater. Hoh ha tenuto a sottolineare che ai livelli inferiori di programmi come questi vi erano molti operatori ben intenzionati, ma salendo ai gradi più alti l’impegno a beneficio degli altri diminuiva progressivamente, in modo significativo. «Gruppi come CAI farebbero il lavoro [vero] ma sarebbero anche una facciata. Un modo per la CIA e altri servizi di sicurezza di introdurre nei Paesi i loro uomini», ha detto. Nel 2009, è stato riferito che il quartier generale di Creative Associates a Peshawar, in Pakistan, veniva utilizzato come copertura per Blackwater al fine di organizzare operazioni militari lungo il confine afghano/pakistano. Creative Associates si è anche assicurata contratti redditizi per lavorare in altre zone di guerra, come la Libia e lo Yemen.

 
 
 
 
 
 

Cuba: rapper e regime change

 

Per anni, il CAI ha lavorato a stretto contatto con la CIA e altre agenzie governative, operando e supervisionando una serie complessa di progetti mirati a Cuba, tutti con un obiettivo specifico, cioè il rovesciamento del governo comunista (o “cambiamento sociopolitico in atto a Cuba”: così i suoi stessi documenti hanno preferito descrivere la missione).

 
Il progetto più tristemente noto del CAI è stato forse la creazione di un’app simile a Twitter chiamata Zunzuneo. Inizialmente funzionava come uno strumento di comunicazione molto utile ma, lentamente, i suoi creatori vi hanno inserito messaggi di regime change, col piano di dirigere infine tutti gli utenti a partecipare a manifestazioni e fomentare una rivoluzione colorata caraibica. Il bacino di utenti dell’app è cresciuto rapidamente, attraendo 55.000 persone al 2012: numeri enormi per un paese povero con scarso accesso a Internet. Il governo degli Stati Uniti ha tentato di nascondere il proprio ruolo nella creazione dell’app, provando segretamente a convincere l’amministratore delegato di Twitter Jack Dorsey a entrare nella società come frontman. Non è chiaro quale sia stato l’esito di questi negoziati, ma il progetto Zunzuneo è stato bruscamente abbandonato, lasciando i cubani a chiedersi perché il loro fornitore di servizi avesse improvvisamente smesso di funzionare. Solo due anni dopo, attraverso un’indagine di Associated Press, sarebbe venuta fuori la verità. Ma questo non era l’unico nefasto progetto in cui Creative Associates fosse stato pienamente coinvolto. Tra il 2009 e il 2014 il CAI è stato accusato di reclutamento di agenti di regime change sull’isola. Ha portato a Cuba giovani attivisti da tutta l’America Latina con il pretesto di una falsa campagna di sensibilizzazione sull’HIV/AIDS, che i promemoria interni descrivono come la «scusa perfetta» per trasportare i loro uomini dentro e fuori dal paese. Ha anche tentato di utilizzare la comunità hip hop cubana come veicolo per guidare il cambio di regime nella nazione caraibica. Nel 2009, ha inviato sull’isola il promotore musicale serbo, esperto di rivoluzioni colorate, Rajko Bozic, che ha tentato di identificare e corrompere i rapper affinché si unissero al suo progetto.

Il rap era esploso come genere sull’isola nei decenni precedenti, in parte a causa delle sue nuove sonorità e in parte perché i rapper afro-cubani lo utilizzavano per sensibilizzare su argomenti tabù come il razzismo. I Creative Associates – imperialisti intersezionali per eccellenza – hanno annusato un’opportunità per usare la cosa come cuneo. Bozic ha trovato una manciata di artisti disposti a partecipare al progetto e ha immediatamente iniziato a promuoverli in modo aggressivo e a diffonderne musica tramite le stazioni radio occidentali. Ha anche corrotto le grandi star della musica latina per consentire ai rapper di aprire i loro concerti, cosa che ha procurato loro maggiore credibilità e visibilità. Zunzuneo ha aiutato nell’impresa, inviando agli utenti collegamenti a questa nuova ed entusiasmante musica di cui, sembrava, l’intera isola stesse ronzando.

In questa circostanza Creative Associates ha avuto un ruolo palese, ma la tattica generale di usare i rapper per il cambio di regime è ancora chiaramente attiva. Le pubblicazioni di sovvenzioni dell’USAID e della sua organizzazione sorella, il National Endowment for Democracy (NED) mostrano che entrambi i gruppi utilizzano l’hip hop come veicolo per i loro obiettivi. Ad esempio, un progetto delle ultime pubblicazioni del NED, intitolato Empowering Cuban Hip-Hop Artists as Leaders in Society, afferma che il suo obiettivo è «promuovere la partecipazione dei cittadini e il cambiamento sociale» e «aumentare la consapevolezza sul ruolo che gli artisti hip-hop hanno nel rafforzare la democrazia nella regione» (naturalmente per gli Stati Uniti “democrazia” a Cuba è sinonimo di “cambio di regime”).

 

Nel luglio di quest’anno, i rapper cubani hanno guidato un’insurrezione pasticciata. Il volto del movimento era l’espatriato cubano Yotuel, un artista che lavora apertamente con il governo degli Stati Uniti e la cui canzone Patria y Vida è stata immediatamente promossa dopo la sua uscita da politici americani e alti funzionari a Washington. Patria y Vida è costantemente indicata nei rapporti statunitensi come una storia di successo nelle attività di “promozione della democrazia”. Non è chiaro se Creative Associates sia stata direttamente coinvolta nelle proteste di luglio a Cuba. Sembrano essere relativamente imbarazzati per la stampa che hanno ricevuto: infatti, sul sito web dell’azienda non si fa menzione di alcuna attività cubana, storica o attuale.

 
 
 
 

America Latina: imperialisti intersezionali

 

Gli Stati Uniti invasero il Nicaragua nel 1933, instaurando la dittatura di Somoza per curare i propri interessi. Con la rivoluzione sandinista del 1979, gli Stati Uniti persero il controllo sul piccolo paese centroamericano. Nel tentativo di riportare indietro l’orologio, Washington ha finanziato, armato, addestrato e supportato gli squadroni della morte Contras, di estrema destra, famigerati per la loro brutalità. Il sostegno diretto ai Contras è finito nel 1989, ma in quello stesso momento gli Stati Uniti hanno iniziato a impiegare Creative Associates per condurre ogni tipo di operazione che coinvolgesse l’organizzazione paramilitare: sforzi che hanno aiutato la candidata sostenuta dagli Stati Uniti, Violetta Chamorro, a vincere le elezioni del 1990. Le leggi locali che vietano il finanziamento estero dei partiti politici sono state eluse con la creazione di un’ampia gamma di organizzazioni non governative che si occupano della registrazione degli elettori e dell’educazione politica,

 

Ora che i sandinisti sono tornati al potere, Creative Associates è tornata per vendicarsi. Come ha detto a MintPress il giornalista nicaraguense Ben Norton, «Creative Associates è stata molto attiva nelle operazioni di destabilizzazione contro il governo sandinista. Con abbondanti finanziamenti dall’USAID, il ritaglio della CIA ha cinicamente sfruttato questioni delicate per aumentare le divisioni sociali, guidando intenzionalmente un [allontanamento] tra i nicaraguensi e il loro governo sandinista con programmi rivolti alle minoranze razziali ed etniche, alle persone con disabilità, alla comunità LGBT e ai giovani a rischio».

 
 
 

Norton ha osservato che Creative Associates, mentre afferma di lavorare solo per migliorare la società nicaraguense, collabora esclusivamente con gruppi allineati all’opposizione, sovvenzionando così efficacemente la destra del paese. «Uno dei numerosi programmi USAID gestiti da Creative Associates in Nicaragua ha preso di mira i gruppi vulnerabili della costa caraibica del Nicaragua. Il taglio della CIA gioca sulle differenze lì, nella comunità indigena Miskito e nella popolazione afro-nicaraguense», ha aggiunto.

 

Allo stesso modo, in El Salvador, gli sforzi degli Stati Uniti sono presentati come apartitici, ma piuttosto che aiutare il partito di sinistra FMLN, Washington pompa milioni nel paese attraverso una miriade di ONG che promuovono soluzioni neoliberali e del settore privato ai problemi. «Dietro le commoventi operazioni fotografiche, i progetti di USAID in El Salvador stanno facendo furtivamente avanzare gli interessi della classe aziendale salvadoregna», ha scritto la rivista Jacobin. E Creative Associates è al centro di questo sforzo: dal 2001, l’organizzazione ha ricevuto oltre 51 milioni di dollari per progetti in El Salvador. È stata anche in prima linea nel sostenere la dittatura appoggiata dagli Stati Uniti in Honduras, aiutando il governo a militarizzare la reazione ai disordini e ad altri problemi sociali.

 

E mentre l’organizzazione si descrive come impegnata nel settore della promozione della democrazia, spesso è coinvolta in tutt’altro. Saltman osserva che la società è stata coinvolta nel colpo di stato ad Haiti che nel 1991 ha rimosso il presidente democraticamente eletto Jean-Bertrand Aristide. Quando Aristide è tornato al potere con una frana nel 2000, Creative Associates è tornata al lavoro, tentando di rimodellare il sistema dei media haitiani basato sul modello aziendale americano a scopo di lucro.

 

Non sorprende che in Venezuela Creative Associates sostenga anche il leader dell’opposizione sostenuto dagli Stati Uniti Juan Guaidó. Il suo consigliere senior Jeff Fischer ha chiesto al “regime” di Nicolas Maduro di acconsentire a un’elezione organizzata dall’OAS, un gruppo con sede a Washington che ha svolto un ruolo chiave nel rovesciamento del presidente boliviano di sinistra Evo Morales nel 2019. Nelle sue raccomandazioni, Fischer ha suggerito che una forza “internazionale” dovrebbe essere inviata per garantire la sicurezza per qualsiasi elezione e che il processo dovrebbe essere progettato da esterni e non soggetto alle leggi venezuelane.

 
 
Soluzioni creative
 

Creative Associates International funge essenzialmente da governo semi-privatizzato in molti paesi: supervisiona i sistemi educativi e sanitari, i servizi di sicurezza e la gestione locale, oltre a fornire una vasta gamma di servizi clandestini (spionaggio, intelligence e operazioni di cambio di regime).

 

Un tempo dominio della CIA e di altre agenzie di tre lettere, questo tipo di lavoro è ora in gran parte svolto dal settore privato. Come ha dichiarato al Washington Post il co-fondatore del National Endowment for Democracy Allen Weinstein, «molto di ciò che facciamo oggi è stato fatto di nascosto venticinque anni fa dalla CIA». L’utilità di tutto ciò è molteplice. Primo: affidare il lavoro di costruzione della nazione a terzi con sede negli Stati Uniti consente a Washington di mantenere il controllo su un paese senza un’occupazione formale: addestra un’intera classe di persone in nazioni estere a vedere il mondo in modo favorevole agli interessi statali e corporativi americani. Inoltre ci sono molte opportunità per realizzare enormi profitti (privati) da questi progetti. L’esternalizzazione di attività sporche a società private consente poi al governo degli Stati Uniti di prendere le distanze da eventuali scandali. Forse la cosa più importante, tuttavia, è che non esiste una supervisione pubblica per le aziende private. Come ha spiegato Hoh, «usando queste compagnie private puoi occultare le cose. Le società private non rientrano nelle richieste del Freedom Of Information Act. In pratica: se lavori in Nicaragua con USAID, in teoria tutto il tuo lavoro dovrebbe essere disponibile ai cittadini statunitensi attraverso il Freedom Of Information Act e altri meccanismi, ma se sei un’azienda privata non ce hai alcun obbligo di questo tipo. Quindi con queste società private si può fare molto di ciò che il governo non può fare, in particolare per quanto riguarda la plausible deniability».

In definitiva, Creative Associates International è diventato una parte importante del complesso militare-cultural-industriale americano. Sebbene tecnicamente sia una società privata, il fatto che virtualmente la totalità dei suoi finanziamenti provenga da Washington e che il suo consiglio sia pieno di alti funzionari statunitensi dimostra che l’organizzazione è parte integrante della strategia globale di Washington, ma la forma privata aiuta a evitare il controllo pubblico cui un dipartimento del governo sarebbe sottoposto. Mentre eserciti mercenari come Blackwater sono stati almeno oggetto di inchiesta – il che ha reso il nome dell’azienda famoso in tutto il mondo – Creative Associates International è in gran parte passato sotto i radar, esattamente dove il board dell’organizzazione vuole che stia.

 
 [Traduzione a cura di Gavino Piga. Immagine di copertina tratta da MintPress, grafica Antonio Cabrera]

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