“Come l’occidente ha provocato la guerra in Ucraina”

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Un agile pamphlet che ci ricorda quali sono state le vere cause della guerra in Ucraina, e le responsabilità dell’occidente

Ho appena finito di leggere questo agile pamphlet (Benjamin Abelow, “Come l’occidente ha provocato la guerra in Ucraina”, Fazi Editore), che giustamente Noam Chomsky auspica sia letto da un gran numero di persone.
Come scrive l’autore nella pagina finale, ci troviamo in “una situazione a cui si sarebbe potuti arrivare solo con un grado di stupidità e di cecità da parte del governo americano e, tra i leader europei, con un livello di deferenza e di codardia tali da essere quasi inconcepibili”. E proprio tale situazione, tale stupidità, cecità, deferenza e codardia delle leadership occidentali, rendono necessaria la circolazione di questo genere di informazioni. Stavo effettivamente per scrivere “controinformazione” ma il termine mi è subito sembrato inadeguato, anzi controproducente; perché in qualche modo implica che si contrapponga ad un’altra informazione, mentre qui la contrapposizione è con la più completa e spudorata disinformazione, con una propaganda talmente sfacciata che avrebbe fatto impallidire Goebbels.

Il pregio maggiore del libro sta, a mio avviso, non semplicemente nel denunciare le responsabilità occidentali (e statunitensi in particolare) nel far sì che la guerra avesse luogo, ma nell’indicare con chiarezza quali sono i passaggi che hanno portato a questo esito, e quindi quali siano le vere cause del conflitto.
In quella che potremmo definire la ‘contro-narrazione’ sulla guerra, la parte del leone la fanno spesso due argomenti, autentici ma in effetti secondari: il primo è che la guerra non comincia il 24 febbraio 2022, ma otto anni prima, il secondo che l’intervento russo si è reso necessario per difendere le popolazioni del Donbass.
In realtà, entrambe le cose sono vere, ma del tutto marginali rispetto alle ragioni reali che hanno spinto la Russia ad intervenire militarmente. Ragioni che riguardano strettamente la percezione di una minaccia crescente, da parte della NATO, alla sicurezza nazionale russa. Percezione che – è bene precisarlo – non è frutto di una distorta visione delle cose, ma logica conseguenza di una serie di azioni e dichiarazioni, da parte degli USA e della NATO, che convergentemente, ed in misura crescente, puntavano a minacciare la Russia.
Del resto, se pure fosse stato un errore di percezione da parte russa, ancor più grande sarebbe stato non tenere nel dovuto conto – da parte occidentale – di tale percezione.

Se un indiscusso amante degli animali, passeggiando per i boschi si trovasse all’improvviso in prossimità di una cucciolata di orsetti, sarebbe un folle ad ignorare che per mamma orsa la sua sola presenza lì costituisce una minaccia, e quindi lo attaccherà. Che le sue intenzioni non siano assolutamente ostili non cambia la percezione dell’animale, e quindi non fermerà la sua reazione.
Quindi, anche a voler illudersi che tutte le azioni occidentali siano state innocenti e senza alcuna intenzione ostile, resta che non aver tenuto conto del fatto che la Russia avesse la percezione di tali azioni come una minaccia, è stato assolutamente irresponsabile.
Personalmente sono convinto che, da parte delle leadership occidentali, e segnatamente di quelle americane, vi fosse un cinico calcolo, e non certo alcuna ingenuità. Calcolo che peraltro si sta in larga misura rivelando persino clamorosamente sbagliato.
Ma in ogni caso, come scrive l’autore, “molti americani ed europei sono sopraffatti da una sorta di ‘febbre da guerra per procura’, per cui non conoscono il quadro generale ma seguono quotidianamente i dettagli della battaglia mossi da una rabbia farisaica e dalla convinzione che sia politicamente giusto far arrivare sempre più armi in Ucraina”.
Ecco, fintanto che tale atteggiamento sarà significativamente diffuso, far circolare le giuste informazioni per comprendere il quadro generale – come questo libro fa in modo chiaro ed agevole – è quanto meno doveroso.

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