FIGLIO MIO SEI NATO ALL’ALBA DI UNA NUOVA ERA

1

La nostra epoca è caratterizzata dal decoupling, a tutti i livelli: geopolitico, economico, energetico, non ultimo temporale. In questa immaginaria lettera scritta al figlio, Giorgio Bianchi descrive magistralmente la sensazione di frustrazione che tanti di noi hanno sentito in questi ultimi due anni: la sensazione che si sia chiuso un mondo, un’epoca, con tutta la sua storia. E che questa storia rischi oggi di essere inghiottita dalla furia distruttrice del fanatismo globalista. Il mondo che si è chiuso sopravvive ormai solo nei nostri ricordi. Compito della nostra generazione è mantenere accesa la fiammella del passato, lasciare in eredità ai nostri figli almeno il ricordo di come era il mondo prima di questa recente degenerazione. Ricordare è resistere.

323431489_3467164226892815_9045251610540742437_n
309211830_10225812942501684_4004360272928603852_n




di Giorgio Bianchi​

Figlio mio, sei nato all’alba di una nuova era. 

Sarà compito mio far sopravvivere in te il ricordo del mondo prima che impazzisse. Quando questa follia è deflagrata, ho conservato nella memoria l’istantanea di come fosse la nostra società prima che fosse investita dall’onda d’urto della propaganda e del fanatismo. Ogni tanto la rivedo e fa male.

Tutto è come prima, niente è come prima. Che poi è il senso stesso della tragedia, una porta appena varcata che si richiude definitivamente alle nostre spalle.
Alcune persone purtroppo sono cambiate in modo irreversibile. La tragedia è la presa di coscienza del punto di non ritorno. La tragedia consiste nell’aver respirato l’atmosfera del prima e del dopo e avere l’esatta percezione della distanza siderale che li separa. La consapevolezza dell’irreversibilità può intossicare l’anima per sempre. Che poi è quello che ha mirabilmente scritto Thomas Wolfe nel suo capolavoro “Non puoi tornare a casa” (You can’t go home again). Oramai non ci sarà più possibile fare ritorno a “casa” perché la nostra casa non esiste più. O meglio, esiste, ma è in un’altra dimensione. La tragedia deriva dal fatto che entreremo negli stessi luoghi, incontreremo le stesse persone e penseremo che automaticamente ci restituiranno le medesime sensazioni di sempre. Purtroppo, in molte circostanze non sarà più così.
Alcuni luoghi e alcune persone esistono solo nella dimensione dei nostri ricordi. La distanza incolmabile tra le due dimensioni è il senso stesso della tragedia. È come trovarsi difronte ai propri desideri, ma essere separati da essi da un vetro blindato. 
Il vetro blindato è quella patina che percepisci, ma alla quale non riesci a dare una spiegazione. È il separatore tra la felicità e il ricordo della felicità.

Noi resteremo umani, costi quel che costi.

Telegram | Portale | Ultim'ora | Twitter | Instagram | Truth Social | Odysee

Condividi!

1 thoughts on “FIGLIO MIO SEI NATO ALL’ALBA DI UNA NUOVA ERA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *