In primo luogo la piattaforma biotecnologica su cui si fondano questi vaccini è intrinsecamente fuori controllo. Fuori controllo nel senso che nessuno (forse nemmeno gli inventori) sa dire dove gli RNA (Pfizer, Moderna) e i DNA (Astrazeneca, J&J) vadano a localizzarsi, quanta proteina spike venga prodotta e per quanto tempo. Le immagini pubblicate della spike in biopsie cardiache di soggetti con infiammazione mio/pericardica mi rafforzano questa opinione. Lo stesso vale nel caso della donna canadese con spike alle stelle nel sangue durante porpora trombocitopenica, un grave disturbo coagulativo (anche questa pubblicata in rivista autorevole). Quindi, troppa spike nei posti sbagliati.

Questo non rende i vaccini dei veleni, ad esempio tra i miei colleghi e amici vaccinati non annovero nessun particolare disturbo, ma rende del tutto plausibili effetti avversi gravi ogni qualche centinaio o migliaio di persone. Poco perché un singolo, anche medico, li noti se si basa sulla sua personale esperienza, moltissimo, troppo, se osserviamo il fenomeno a livello epidemiologico, malgrado il tentativo dei decisori politici di far apparire “buona” la loro scelta. Probabilmente, così tanto da rendere negativo il bilancio benefici/rischi.

Questa intrinseca “casualità” nei meccanismi d’azione dei vaccini (una sorta di roulette russa) è amplificata – altra ipotesi che mi pare fondata – dall’incapacità degli enti regolatori, proprio per la complessità della tecnologia impiegata, di svolgere controlli di qualità sui lotti. Non dico problemi di ingredienti non dichiarati, dico quantità di principio attivo e eccipienti, stabilità della formulazione (delicatissima!), conservazione ecc. Il che introduce ulteriori elementi casuali, ad esempio: come assumere un medicinale degradato che potrebbe non contenere più il principio attivo bensì dei prodotti di degradazione anche tossici, oppure un medicinale mal preparato che contiene troppo principio attivo?

Esiste dunque un’intrinseca e, al momento, non eliminabile incertezza negli effetti tossici di questi prodotti, non tale da renderli un veleno per tutti, ma da far sì che quall’uno su x persone che muore o che ha gravi conseguenze non sia persona predisposta, bensì sfortunata. Potrebbe capitare a chiunque. Un po’ come nei film in cui il serial killer rapisce il primo che incontra per la strada. Nel posto sbagliato e al momento sbagliato. E nel caso della spike, anche in quantità sbagliata.

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2 thoughts on “L’INSOSTENIBILE INCERTEZZA DEI VACCINI

  1. Seguo sempre con molto interesse i contributi del dott. Cosentino. Mi lascia però un po’ perplesso la sua asserzione della casualità “da roulette russa” con cui un evento avverso si esplicherebbe in un individuo “qualunque”. Ritengo invece sia logicamente molto più probabile l’esistenza di una correlazione con una comorbilitá preesistente nel soggetto colpito da un evento avverso – comorbilitá che però non viene né conosciuta, né indagata in sede di vaccinazione e men che meno a seguito di un evento avverso. Tenuto conto delle modalità di azione della proteina Spike e degli eventi avversi che essa determina, credo sia più che urgente appuntare l’attenzione sui rischi che corrono gli individui portatori di malattie rare nell’area dei disturbi della coagulazione. Perché credo che tali soggetti siano geneticamente predisposti ad incorrere nel più “classico” degli eventi avversi: la trombosi. Sarei interessato e disponibile ad approfondire l’argomento col dott. Cosentino

  2. “Vaccini”. Finalmente qualcuno (vedi RICHIESTA CHIARIMENTI URGENTI Associazione ARBITRIUM al Ministero della salute, per citare uno dei primi documenti pubblici, se non il primo) comincia a mettere in chiaro che NON ESISTE ALCUN VACCINO CONTRO IL VIRUS SARS COV-2, come dichiarato da Pfizer e Moderna che dicono testualmente trattarsi di “vaccino utilizzato per la prevenzione di COVID -19, malattia causata dal virus SARS COV-2”.
    Come la mettiamo con un obbligo vaccinale per un vaccino che non c’è?

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