HUNTER BIDEN FACEVA AFFARI CON OLIGARCHI RUSSI E UCRAINI DURANTE EUROMAIDAN
Quando gli oligarchi non facevano schifo. Nel 2014, mentre in Ucraina divampa la protesta di Euromaidan e la Russia invade la Crimea, Hunter Biden e i suoi soci sono in affari con Yelena Baturina, all’epoca la donna più ricca della Russia e moglie dell’ex sindaco di Mosca Yury Luzhkov, ma anche con altri oligarchi russi e ucraini, per i quali si adopera per un accesso riservato alle maggiori banche degli Stati Uniti. Per pura coincidenza, in quello stesso periodo l’allora vicepresidente Joe Biden viene nominato “uomo di punta” di Obama per affrontare il caos in Ucraina.
Di Seamus Bruner e John Solomon, Hunter Biden sought to cash in with oligarchs during first Russian war on Ukraine, records show, Just the News, 5 aprile 2022
All’ombra della prima invasione russa dell’Ucraina nel 2014, Hunter Biden e i suoi soci in affari hanno intrapreso un’aggressiva campagna volta a guadagnare milioni di dollari in un affare “di quelli che ti cambiano la vita” con oligarchi russi e ucraini che avevano un interesse nell’attività politica del padre [allora vicepresidente ndr]. Lo rivelano e-mail e atti giudiziari di cui è entrato in possesso Just the News.
Il figlio del presidente Joe Biden e i suoi associati hanno messo gli occhi sull’oligarca russa Yelena Baturina (che alla fine è stata sanzionata dagli Stati Uniti alcuni anni dopo, nel 2018) ottenendo da lei una cifra di $ 200 milioni dopo averla aiutata a creare un conto bancario in America, mostrano le e-mail.
Hunter Biden e i suoi collaboratori si sono addirittura adoperati affinché Baturina e suo marito, ex sindaco di Mosca, incontrassero l’allora vicepresidente Joe Biden a una cena segreta a Washington nel 2015.
Nello stesso momento in cui lui e il suo team corteggiavano Baturina, Hunter Biden si assicurava lucrose posizioni nel consiglio e consulenze con l’oligarca ucraino Mykola Zlochevsky, proprietario di Burisma Holdings, società che Stati Uniti e Gran Bretagna volevano indagare per corruzione.
La delicata acrobazia di riuscire a fare affari sia con la parte russa che con la parte ucraina del conflitto ha lasciato il giovane Biden e i suoi partner profondamente consapevoli che l’annessione militare della regione ucraina della Crimea da parte di Mosca nel 2014 era un elemento di disturbo che avrebbe rischiato di compromettere il successo delle loro attività commerciali, mostrano i documenti.
“Ho appena trascorso due ore al telefono con Kiev. Sono fiducioso a questo punto che questo sia un affare ottimo, per non dire uno che ti cambia la vita, se nel frattempo l’Uc[raina] non cade”, scrive l’ora condannato socio in affari di Hunter Biden, Devon Archer, in un’osservazione particolarmente schietta riguardo alla loro strategia a metà aprile 2014.
In seguito, un altro dei soci in affari condannati di Hunter Biden, John Galanis, avrebbe testimoniato in una dichiarazione giurata resa a un tribunale federale che lui e suo figlio Jason erano venuti a conoscenza della strategia delle società collegate a Hunter Biden, ossia promettere agli oligarchi un accesso a Washington in cambio dei loro dollari.
“Jason Galanis ha espresso il suo interesse per Burnham/Wealth Assurance ad Archer con la prospettiva che Archer e Hunter Biden avrebbero continuato ad attrarre oligarchi stranieri con la promessa di contatti politici di alto livello”, ha testimoniato John Galanis in una dichiarazione giurata del gennaio 2020, nella quale definisce esplicitamente lo schema come un “traffico di influenza politica”.
La dichiarazione giurata di Galanis può essere letta qui:
Galanis padre e figlio e Archer sono stati tutti condannati per frode ai danni di una tribù di indiani d’America. Hunter Biden non è stato accusato in quel caso.
Gli avvocati di Hunter Biden si sono ripetutamente rifiutati di rispondere a domande o richieste di commenti da parte di Just the News. Hunter Biden ha riconosciuto di essere sotto indagine penale da parte dell’ufficio del procuratore degli Stati Uniti nel Delaware, ma ha negato di aver commesso qualsiasi illecito.
Il presidente Biden ha ripetutamente difeso suo figlio. Di recente lo ha fatto per bocca del capo dello staff della Casa Bianca Ron Klain, durante il fine settimana, in occasione di un’intervista in cui Klain ha affermato che “il presidente è fiducioso che suo figlio non abbia infranto la legge”.
Indipendentemente dal fatto che i crimini siano stati commessi o meno, i documenti raccolti dal processo Archer-Galanis e un laptop di Hunter Biden che l’FBI ha sequestrato in un negozio di computer del Delaware nel 2019 chiariscono che Hunter Biden e i suoi associati hanno cercato di fare affari direttamente con oligarchi russi e ucraini.
E lo hanno fatto durante uno dei periodi più turbolenti della recente storia dell’Europa orientale, a cominciare dalla rivoluzione ucraina di Euromaidan seguita dall’invasione russa della Crimea.
Da quando Just the News e una commissione del Senato hanno rivelato per la prima volta nel 2020 che la Baturina ha inviato 3,5 milioni di dollari a un’azienda nella cerchia degli affari di Hunter Biden, i Democratici e i loro difensori hanno fatto di tutto per allontanare la famiglia Biden dall’oligarca russa. Il rapporto del Senato, citando un articolo dei media, ha affermato che Hunter Biden ha cofondato l’azienda che ha ricevuto il pagamento di Baturina. L’avvocato di Hunter Biden ha affermato che non aveva una partecipazione nella società e che non era un cofondatore.
Ma i documenti chiariscono che Hunter Biden aveva rapporti diretti e in prima persona con la Baturina quando venivano stipulati gli accordi, che includevano un’impresa immobiliare da 40 milioni di dollari a New York attraverso la società di investimento Burnham, dove Hunter Biden figurava come vice presidente, se crediamo al materiale promozionale dell’azienda. Il team di Hunter Biden ha poi cercato di procurarle un conto bancario americano, secondo i documenti.
La Baturina è entrata nel mondo di Biden non più tardi di novembre 2013, quando Jason Galanis e un altro socio in affari di Biden condannato, Bevan Cooney, hanno effettuato un accesso alla pagina Wikipedia dell’oligarca russo, come emerge da una ricerca esclusiva delle e-mail di Bevan Cooney da parte di Peter Schweizer del Government Accountability Institute.
Meno di tre settimane dopo (e pochi giorni prima che migliaia di manifestanti si riunissero a Kiev per quelle che sono poi diventate note come le proteste di Euromaidan, che alla fine hanno estromesso il premier ucraino filorusso Viktor Yanukovich), Archer ha inviato un’e-mail a Jason Galanis e Cooney: “Yelena ci incontrerà qui a New York per parlare di Burnham”.
“È così ricca che ha i soldi di Burnham inzeppati dentro il divano”, ha risposto Galanis, rivelano le e-mail precedentemente pubblicate da Just the News. “Buona fortuna Archie. E ricorda… se devi dormire con lei, fallo per il team”.
Mentre a gennaio 2014 divampavano le proteste di Euromaidan, i partner di Hunter Biden si impegnavano per far ottenere all’oligarca russa l’approvazione della banca statunitense, compito arduo dal momento che la Baturina era sulla “lista di controllo” delle transazioni finanziarie di una banca, secondo le e-mail.
Il 15 gennaio 2014 Archer si dimostra irrequieto per il tempo che l’approvazione della richiesta di conto bancario di Baturina sta richiedendo. “Non stiamo andando da nessuna parte con Burnham sull’apertura del conto di Yelena, quindi andremo con il nostro contatto Harold da [Morgan Stanley]”, scrive Archer a Galanis. “Ho inviato i suoi dati per la conformità e ho un incontro fissato per martedì con [funzionario di Morgan Stanley], capo di Private Banking e HF. Negozierò un revshare con BOE”.
Il giorno successivo, il CEO di Burnham, Jon Burnham, invia un’email ad Archer per aggiornarlo. “JPM [JP Morgan] sta lavorando all’approvazione di Yelena [Baturina]“, scrive. “Non è nell’elenco OFAC, il che significa che probabilmente non ci sono problemi di AML. Stanno verificando anche con i loro dipendenti AML. Ho detto a JPM che voglio sapere da loro se saremo in grado di aprire un conto per lei presso JPM Clearing se decide di voler aprire un conto con noi”. (“OFAC” è l’abbreviazione di Office of Foreign Asset Controls del Dipartimento del Tesoro, che in genere si occupa del controllo delle persone fisiche e giuridiche sanzionate.)
Quando Archer inoltra l’e-mail di Burnham a Galanis e Cooney, il tono è entusiastico:
“Questa è una notizia potenzialmente fantastica, Arch! Che succede se otteniamo il suo conto JP Morgan completo??? Festa del team USA????”, risponde Galanis. Meno di una settimana dopo, Burnham informa Archer che JP Morgan ha approvato un conto corrente per l’oligarca russa.
Archer informa i suoi soci che, sebbene sia stata approvata, la Baturina sarebbe rimasta nella lista di controllo di JP Morgan “perché ci sono troppe minacce di azioni legali, ma il fatto che non ci siano state condanne ecc., insomma, l’hanno approvata”.
Per la metà di febbraio 2014 l’oligarca russa ha in programma di far visita ai soci di Biden, allorchè si reca negli Stati Uniti per l’apertura ufficiale del suo conto corrente americano. Il 14 febbraio 2014 la Baturina ha trasferito 3,5 milioni di dollari a Rosemont Seneca Thornton, LLC (un’entità collegata all’impero Rosemont Seneca di Hunter Biden), secondo un rapporto del Senato degli Stati Uniti. Una settimana dopo, Yanukovich fugge dall’Ucraina e il paese precipita ulteriormente nel caos.
Lo stesso mese in cui la Baturina ottiene l’approvazione del conto bancario statunitense e trasferisce i 3,5 milioni di dollari a Rosemont Seneca Thornton, l’allora vicepresidente Joe Biden viene nominato “uomo di punta” di Obama per affrontare il caos in Ucraina.
Entro la fine dell’estate 2014, la Baturina ha già investito più di $ 200 milioni nei vari fondi di Archer, secondo i verbali della riunione del consiglio depositati in occasione del processo per frode di Archer.
Ora che Joe Biden gestisce la politica estera degli Stati Uniti nei confronti dell’Ucraina, Hunter Biden e i suoi partner commerciali colgono l’opportunità al balzo. “Con Yelena dalla mia ora [sic]”, scrive Archer a Hunter Biden il 13 marzo 2014. Il tutto nel preciso momento in cui la Russia, dopo aver conquistato tutta la Crimea, sta ammassando truppe e veicoli corazzati in almeno altre tre regioni orientali al confine con l’Ucraina: Belgorod, Kursk e Rostov. E quando il governo ucraino chiede assistenza agli USA per ottenere armi letali, l’amministrazione Obama-Biden “differisce” la richiesta.
Sempre mentre la Russia sta invadendo l’Ucraina, Hunter Biden è in contatto diretto con l’oligarca russa durante una visita in Italia, secondo uno scambio di e-mail tra i suoi soci. Hunter Biden ha prenotato una stanza ad Archer al “[Villa] d’Este”, mostrano le e-mail. I registri di viaggio dei servizi segreti confermano che Hunter è nell’elenco come “protetto” sul Lago di Como, in Italia, dal 3 al 6 aprile 2014.
“Le 17:00 va bene per Yelena?” scrive Archer in un’e-mail a Hunter Biden, cercando un incontro con l’oligarca.
Dieci giorni dopo, Hunter Biden e Archer stanno discutendo della terribile situazione in Ucraina, sperando che non avrebbe rovinato le loro opportunità di affari con gli oligarchi.
“Ho appena trascorso due ore al telefono con Kiev”, scrive Archer a Hunter Biden il 13 aprile 2014. “Sono fiducioso a questo punto che questo sia un ottimo affare, per non dire uno di quelli che ti cambia la vita, sempre che l’Uc[raina] non frattempo non cada”.
Due giorni dopo, Burisma fa partire il primo di una lunga serie di doppi pagamenti mensili di $ 83.333,33 a favore di Rosemont Seneca Bohai, LLC, alcuni dei quali sono stati poi distribuiti sui conti personali di Hunter Biden e Devon Archer. Quello stesso giorno, Devon Archer incontra il vicepresidente Joe Biden alla Casa Bianca, secondo i registri ufficiali di WAVES dei servizi segreti. “Tra il 15 maggio 2014 e il 12 febbraio 2016, Burisma ha inviato altri 48 trasferimenti bancari a Rosemont Seneca Bohai, per un totale di $ 3.489.490,78”, secondo gli investigatori del Senato.
L’FBI ha confermato quei trasferimenti nei registri bancari sequestrati ad Archer durante la sua indagine penale. Possono essere consultati qui:
Quando Joe Biden visita l’Ucraina nell’aprile 2014, suo figlio cerca di prendersi il merito di un passaggio nel discorso del vicepresidente nel quale si chiede un maggiore sfruttamento del gas naturale, quasi un velato accenno al nuovo datore di lavoro di Hunter, Burisma. “Fa sembrare che stiamo aggiungendo valore”, scrive Hunter Biden ad Archer.
In più di un’occasione Hunter Biden e Archer cercano di sfruttare le loro relazioni con gli oligarchi russi e ucraini per ottenere guadagni finanziari.
Una serie di e-mail della primavera 2014 indica che la Baturina ha accettato di aiutare a finanziare un’impresa immobiliare nel quartiere Chelsea di New York City.
“Il venditore sta cedendo. Abbiamo chiesto 90 giorni. Abbiamo fatto un’offerta di $ 41 milioni. Yelena ha confermato il via libera al deposito di fondi”, scrive Archer a Hunter Biden.
Nel novembre 2014 Archer inoltra a Hunter Biden lo schema di massima di un affare che coinvolge le coltivazioni di cacao in America Latina.
“Chi è l’investitore/acquirente?”, chiede Hunter Biden in un’e-mail.
“Yelena”, risponde Archer.
“Capito. Forse potremmo prenderne un po’ anche per Poroschenko [sic] visto che ci siamo”, suggerisce Hunter, riferendosi all’allora presidente dell’Ucraina Petro Poroshenko (noto anche come “il re del cioccolato” a causa del suo impero dolciario).
Mentre i pagamenti di Burisma fluiscono nelle casse di Hunter Biden e Devon Archer, i due uomini discutono di organizzare un incontro per i loro partner d’affari russi e ucraini con l’allora vicepresidente Joe Biden.
Nel marzo 2015 Hunter Biden scrive ad Archer di aver prenotato i posti per Baturina e suo marito, l’ex sindaco di Mosca Yuri Luzhkov, a una cena privata con l’allora vicepresidente Joe Biden nell’elegante Garden Room del Cafe Milano a Washington.
Hunter Biden dice di aver prenotato i posti anche per un rappresentante di Burisma e diversi oligarchi kazaki all’incontro. La Baturina ha rifiutato, perché non voleva “rubare la scena a Yuri”, ma il rappresentante di Burisma Vadym Pozharskyi ha apparentemente incontrato il vicepresidente nell’ormai famosa cena segreta al Cafe Milano di Washington, secondo quanto rivelano le e-mail.
Nel gennaio 2018, l’amministrazione Trump ha sanzionato più di 100 CEO di società statali russe e oligarchi russi per avere stretti legami con Putin. Elena Baturina era la numero 12 nella lista degli oligarchi, proprio dietro il fondatore dell’Alfa Bank, Petr Aven. E quando il presidente Trump ha cercato di andare fino in fondo allo schema Burisma di Biden, i Democratici lo hanno messo sotto accusa.