In meno di 24 ore il parlamento australiano ha approvato un disegno di legge sulla sorveglianza che attribuisce alla polizia la possibilità di hackerare qualsiasi dispositivo, raccogliere o eliminare dati e prendere il controllo di interi account sui social media per spiare sospetti criminali online. Il provvedimento è passato ieri al Senato nonostante le preoccupazioni sollevate dai Verdi per la mancata implementazione di tutte le salvaguardie raccomandate dalla commissione mista bipartisan per l’intelligence e la sicurezza. Il disegno di legge crea tre nuovi tipi di mandato per consentire all’AFP (la polizia federale australiana) e all’Australian Criminal Intelligence Commission di modificare ed eliminare dati, rilevare account e spiare gli australiani in reti sospettate di aver commesso reati. Il ministro degli Interni Karen Andrews ha introdotto alcuni emendamenti per attuare una parte delle salvaguardie proposte dall’opposizione, inclusa una clausola di caducità, che dovrebbe far decadere i nuovi poteri dopo cinque anni, e criteri più rigorosi per emettere mandati. Secondo Andrews, i mandati per l’interruzione dei dati e l’acquisizione degli account dovranno essere “ragionevolmente necessari e proporzionati” e dovranno specificare i tipi di attività da svolgere. È stata introdotta, inoltre, una clausola per proteggere i giornalisti e gli informatori.
Il deputato laburista Andrew Giles ha detto alla camera bassa che l’opposizione ha sostenuto il disegno di legge perché
le capacità informatiche delle reti criminali si sono ampliate e sappiamo che stanno usando il dark web e la tecnologia di anonimizzazione per facilitare gravi crimini, cosa che sta creando enormi problemi per le forze dell’ordine.
Di parere opposto Kieran Pender, avvocato senior presso lo Human Rights Law Centre, il quale ha dichiarato a Guardian Australia che
i poteri del disegno di legge sono senza precedenti e straordinariamente invadenti, avrebbero dovuto essere ridotti a ciò che è strettamente necessario e soggetti a solide garanzie.
Nonostante i “cambiamenti significativi” raccomandati dal comitato, l’HRLC ritiene che circa la metà sia stata respinta o adottata solo in parte.
È allarmante che, anziché accettare le raccomandazioni del comitato e concedere il tempo per l’esame dei successivi emendamenti, il governo Morrison abbia fatto passare queste leggi in parlamento in meno di 24 ore. Sebbene le garanzie per giornalisti e informatori siano benvenute, la scelta del governo evidenzia la mancanza di garanzie più ampie e radicate per la libertà di stampa e la libertà di parola in Australia.
ha detto Pender.
Fonte: Surveillance Legislation Amendment (Identify and Disrupt) Bill 2021 – Parliament of Australia (aph.gov.au)
Per approfondimenti: Guardian Australia
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