CUL-DE-SAC

Mentre le classi dirigenti europee fanno tristemente mostra di una smisurata pavidità nei confronti di Washington, negli Stati Uniti cresce invece il dibattito – e lo scontro politico – tra le due attuali fazioni (trasversali) del bellicismo imperialista: i russofobi neocon ed i super-falchi anti-cinesi.
Il punto di partenza, anche se i primi tendono ovviamente a nasconderlo, è la consapevolezza che la strategia messa in atto in Ucraina contro la Russia si è rivelata un fallimento, politico e militare. Per i neocon ciò significa che bisogna rilanciare, alzare il livello dello scontro, sino a portarlo – se necessario – ai limiti di un nuovo conflitto mondiale. Mentre per i secondi significa trovare il prima possibile una via d’uscita dal pantano ucraino, cercando di salvare la faccia (e non solo quella) e prepararsi per lo scontro con Pechino.