DJOKOVIC: DALLE DIFFICOLTÀ MENTALI DOPO L’ESCLUSIONE IN AUSTRALIA ALLA VITTORIA

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“Sono stato messo a dura prova, mentalmente ed emotivamente, e le conseguenze sono durate mesi”. Che cosa ci insegna il N°1 del tennis: avere pazienza con se stessi.

In una preziosa intervista a Prakash Amritraj, ad inizio maggio il numero uno del tennis Novak Djokovic ci racconta alcuni retroscena delle difficoltà mentali ed emotive che ha dovuto affrontare per le esclusioni covid. Difficoltà che inevitabilmente si sono poi riflesse anche sulla sua forma fisica e sulle sue prestazioni in campo. Dopo aver saltato diversi tornei per le antiscientifiche regole covid, il suo ritorno al tennis è stato pessimo, mentalmente e fisicamente Nole appariva l’ombra di se stesso e qualcuno già parlava della sua fine dopo le eliminazioni clamorose a Dubai e Monte Carlo e le due finali perse in Serbia e a Madrid. Fino alla vittoria di Roma, superando anche la paura e le emozioni negative che provava ancora, andando a superare le avversità e lasciando andare le emozioni negative.

“Per tanti anni sono stato in tour e per l’esperienza che ho nell’ecosistema del tennis, sia dentro che fuori dal campo, essendo coinvolto nel consiglio dei giocatori, nella politica e nella stampa. Mi considero esperto in diversi tipi di esperienze che fanno parte della mia vita. Tuttavia, questo era qualcosa di completamente inaspettato: mi ha messo a dura prova, più mentalmente ed emotivamente che fisicamente“.

“Dopo essere tornato dall’Australia, forse stavo sottovalutando lo stato emozionale in cui mi ero. Bene, sono fuori dall’Australia. È quello che è. Quello che è successo, è successo, vado avanti. Ma poi ho sentito per mesi le tracce emotive e mentali di ciò che stava avvenendo lì ed erano ancora lì. Ho solo sentito che nelle ultime settimane ho iniziato a uscirne un pochino, andando avanti, trasformando tutto in carburante, energia positiva. Ma era il tipo di situazione o circostanza che non avevo mai affrontato in vita mia

“Ho cercato di ritornare a quello stato ottimale di corpo, mente e anima e avvicinarmi al prossimo torneo come qualsiasi altro. Quella era la mia mentalità, ma mi sono reso conto che serviva giocare partite ufficiali, perché è difficile spiegare, ma non era tutto finito, stavo ancora affrontando quelle sensazioni e questo mi bloccava un po’, soprattutto nei primi due tornei pensavo di non essere io. Un po’ più nervoso del solito e mentalmente sulla difensiva. Mi è servito del tempo per superare e credo che l’energia della Serbia mi abbia aiutato ad andarne fuori. L’obiettivo ora e tornare alla stabilità mente corpo anima per giocare al meglio”.
“La vita è un processo di apprendimento: non so se ho davvero appreso o no, ma ho capito di dover essere molto più paziente con me stesso e di avere fiducia nel processo. Dare attenzione ad ogni singolo dettaglio, ad ogni singolo colpo e avere fiducia nel processo, giorno dopo giorno: le cose miglioreranno. Serve fiducia in sé, nella squadra, nel processo”.

Quello che Djokovic ci trasmette è fiducia, positività, tenendo la testa alta e combattere per le nostre idee: ma lasciando andare le emozioni negative: superiamo le avversità, anche nei momenti più bui e che, soprattutto, serve pazienza e tempo, per tornare al meglio. E’ successo a lui, accettiamo sia successo anche a noi.

E poi… riuscire a farti applaudire tutti coloro che fino al giorno prima ti davano del “no vax” pericoloso per tutta l’umanità, non ha prezzo…!


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