ISRAELE. ORA È LA CINA LA PRIMA FONTE DI IMPORTAZIONE, NON GLI USA

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Mentre il 18 gennaio Gazprom stabiliva il nuovo record assoluto giornaliero di forniture di gas dalla Russia alla Cina attraverso il gasdotto Power of Siberia 2, si apprende che la Cina ha ormai scavalcato gli USA come principale fonte di importazione di Israele. L’ennesima conferma di come gli assi geopolitici si siano ormai irrimediabilmente spostati verso Oriente.

La nave portacontainer Zim Constanza, operata da XT Management Ltd., ha attraccato al porto di Haifa il 5 novembre 2020 [Kobi Wolf/Bloomberg via Getty Images]

Fonte: Middle East Monitor


La Cina ha sostituito gli Stati Uniti come principale fonte di importazioni di Israele. I dati diffusi recentemente dall’Ufficio nazionale di statistica israeliano mostrano che le importazioni dalla Cina sono aumentate del 40% lo scorso anno e hanno raggiunto i 10,7 miliardi di dollari. Gli stessi dati mostrano che le importazioni di Israele dagli Stati Uniti, un tempo la principale fonte di importazione del paese, sono state pari a 8,2 miliardi di dollari, con un leggero aumento rispetto al 2020.

I nuovi dati arrivano mentre Israele è sotto pressione da parte dello storico alleato d’oltreoceano sulle sue priorità di politica estera, che pretende che l’amministrazione statunitense sia informata sugli accordi commerciali con Pechino. Sebbene gli Stati Uniti non abbiano avanzato richieste esplicite, è stato riferito che il presidente Joe Biden è preoccupato per l’approfondimento dei legami tra Cina e Israele. Con Pechino accusata di aver condotto una campagna di genocidio contro la sua popolazione musulmana uigura, i governi occidentali hanno adottato una strategia di contenimento e misure per respingere la sua crescente influenza. Le sanzioni imposte ai funzionari di Pechino fanno parte di tale politica, così come il Patto di sicurezza AUKUS con il Regno Unito e l’Australia. Israele, tuttavia, ha continuato ad approfondire i legami con Pechino. Nel 2021 Israele ha ritirato la firma da una dichiarazione delle Nazioni Unite che condannava le violazioni dei diritti umani da parte della Cina contro i musulmani uiguri nella provincia dello Xinjiang, tra cui tortura, sterilizzazione forzata e sparizioni.

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