L’ULTIMO CHIUDA LA PORTA

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Il Covid lascia camere e sale congressi vuote: lo Sheraton licenzia tutti i suoi 164 lavoratori. Prima la crisi scaturita dalla pandemia con conferenze e congressi annullati, poi i lavori di ristrutturazione: l’hotel di lusso manda a casa 164 persone. I sindacati: “E’ inaccettabile”

Sara Mechelli, Roma Today


Chiuso a causa della pandemia dal 16 marzo del 2020 e mai più riaperto: così lo Sheraton Roma Hotel & Conference Center ha deciso di licenziare tutti i suoi lavoratori. Procedura di licenziamento aperta per 164 dipendenti su 166 totali: a restare senza occupazione, dopo quasi due anni di cassa integrazione, saranno operai, amministrativi, chef, addetti alle camere, prenotazioni e ricevimento oltre che segretari e front office manager.

A determinare la “situazione di eccedenza” del personale la crisi scaturita dall’emergenza sanitaria che ha lasciato senza prenotazioni le 640 camere dello Sheraton, senza convegni e conferenze le 30 sale adibite a manifestazioni ed eventi così come vuoti sono rimasti i tre ristoranti e la piscina. Il deserto nell’hotel di lusso. 

Già perchè durante il periodo pandemico il settore turistico ha registrato una contrazione della domanda che per Roma è stata del -81,2%, con la crisi a tagliare di oltre il 70% il valore della spesa turistica registrata nel 2019 e del 75% il fatturato delle imprese del settore “core” della filiera turistica romana.Impatto negativo sul Pil dell’1,97%. 

Ma non solo la crisi. Vista la chiusura della struttura, la Larimar Rome Hotel Operations, società proprietaria dello Sheraton, ha deciso di avviare i lavori di ristrutturazione dell’hotel. “Improrogabili le necessità di eseguire radicali interventi di rinnovazione, restauro e manutenzione” per suites, camere, aree comuni e di ristoro, con pure l’ammodernamento di impianti, arredi e attrezzature. I lavori sono iniziati nel settembre scorso e sono attualmente in corso, “si prevede una durata di 18 mesi durante i quali – scrive lo Sheraton – l’albergo non potrà riaprire al pubblico e la società non potrà contare su alcuna fonte di ricavo”. Da qui il licenziamento di tutto il personale, senza alternative. 

Sul piede di guerra i sindacati. “Sono due anni che ci occupiamo della questione, erano state paventate riqualificazione e rilancio della struttura invece adesso si comunica il licenziamento collettivo di oltre 160 persone. Di tutti i dipendenti. Troviamo questo epilogo inaccettabile” – tuona Roberta Valenti, segretario regionale della Uiltucs.

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